Un Partito Democratico incolore e insapore. Mentre la maggioranza ovvero la ‘strana’ alleanza Movimento 5 Stelle e Lega deflagrano autonomamente sotto i colpi delle loro contraddizioni intere e si sfiora appena appena la crisi di governo, il Pd sembra estraneo alla realtà.
Spettatori non paganti dell’ennesimo film mandato in onda sugli schermi dell’esecutivo.
I Dem senza un distinguo, una sottolineatura presentano una propria mozione ‘No Tav’ e poi una volta accorpata votano senza imbarazzo con Lega e il centro-destra al Senato.
Flebilmente gridano alla crisi di governo e lanciano un appello generico al premier Giuseppe Conte affinché si traggano le evidenti conseguenze.
I leader del piddi svolgono svogliatamente da provetti azzeccagarbugli, il solito compitino.
Tutto tranquillo, tutto normale, tutto così a bassa voce. Poi il guizzo con il lancio della campagna per “mandare a casa il governo” organizzando una grande mobilitazione che mira a culminare, in autunno, in una manifestazione nazionale contro Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Si, proprio così ad autunno con calma, tranquillità, senza affrettarsi, senza ansie. Addirittura a dare fuoco alle polveri ci pensa il disorientato segretario Nicola Zingaretti, giurando che il partito è compatto.
E solo questa sarebbe una notizia. Sarà ma dal dì dentro del Pd la situazione appare sempre più confusa e conflittuale.
La sensazione è che ognuno vada un po’ per perseguire i propri obiettivi e soddisfare le proprie strategie: c’è chi vorrebbe mettere alle strette il governo e chi non sembra avere particolare fretta di andare al voto.
C’è tempo ora ci sono le vacanze estive poi si vede.
Pier Paolo Milanese