L’avvertimento di Salvini: “O si possono fare le cose oppure si torna subito a votare”

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Nero in volto. Spazientito. Turbato. Il vicepremier Matteo Salvini per la prima volta comincia ad avvertire che qualcosa si sia rotto nell’alleanza con il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio.

L’esito del voto al Senato che ha bocciato la mozione presentata dai Pentastellati su ‘No Tav’ sembra certificare la fine del governo. Le nubi nere cominciano ad addensarsi nel cielo del Carroccio.

Masticano amaro ai piani alti del quartier generale della Lega. Il drammatico passaggio parlamentare di ieri ha sancito il tracimare di tensioni, ripicche e scaramucce sotterranee che durano da mesi e drammaticamente sono esplose in un conflitto dall’esito incerto.

Salvini in serata si è trattenuto con il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Pare che il capo del Viminale abbia chiesto la sostituzione di almeno tre ministri pentastellati e imposto i tempi di un mini rimpasto di governo.

Non richieste generiche ma un vero e proprio ultimatum rivolto a Conte che scadrebbe lunedì. Salvini senza se e senza ma vuole la testa di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, additato come uno che trama contro e si mette di traverso.

Chi ha avuto modo di incrociare il capo della Lega giura di averlo visto stravolto, nervoso e furioso. Se prima il batti e ribatti con i 5 Stelle rientrava in una sorta di canovaccio e rispondeva a dinamiche fisiologiche per due forze politiche così diverse ora non lo è più.

Sembra salato l’equilibrio, la ricerca della sintesi politica. Quello che denuncia Salvini è il venir meno oltre che la fiducia anche il rispetto delle linee generali del contratto che ha messo insieme i programmi del M5S e Lega.

Pare che nel corso del colloquio con Conte e poi con Di Maio, il capo del Viminale abbia chiesto esplicitamente oltre alla sostituzione dei tre ministri anche e soprattutto la revisione e riscrittura del contratto di governo.

Concetti che lo stesso Salvini ha poi ribadito – ieri sera – nel corso del comizio a Sabaudia in provincia di Latina.

“Sarà un periodo bello tosto. Nel governo qualcosa si è rotto, troppi no. Non sto lì a scaldare la poltrona” – sbotta dal palco – “È stato un anno bello, guardavo i risultati oggi al ministero”, ha sottolineato Salvini.

“Per il bene degli italiani, non per interesse personale, facciamo quello che facciamo”, ha premesso.

“Se c’è qualcosa da risolvere si risolve in fretta – ha poi aggiunto sibillino tra l’ovazione della sua gente – se c’è da fare una scelta va fatta in fretta. Netta, chiara”.

Per poi cambiare il tono della voce e lanciare più un avvertimento su di una possibile e ineluttabile crisi di governo: “Nelle prossime ore si decideranno tante cose. L’ultima delle cose che ci interessano è avere qualche ministero in più, qualche poltrona in più. Anzi, le sette poltrone della Lega sono a disposizione degli italiani. O si possono fare le cose oppure si torna a votare” – taglia corto Matteo Salvini.

Pier Paolo Milanese

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