È stato ucciso come un boss. Fabrizio Piscitelli, conosciuto con il soprannome di Diabolik, leader della curva della Lazio, è stato ammazzato ieri pomeriggio nel parco degli Acquedotti, a Roma.
Un omicidio efferato e sicuramente non improvvisato. Chi ha sparato è un professionista. Nulla è stato affidato al caso.

Un solo colpo esploso alla nuca dell’uomo che gli ha spappolato il cervello.
Gli inquirenti sono certi che chi ha premuto il grilletto non è estraneo ad ambienti criminali anzi un killer preciso e attento alle sfumature.
Un particolare ha fatto innalzare la tensione investigativa : è la cura dei dettagli dell’agguato avvenuto in una zona frequentata da sportivi che utilizzano il parco per fare jogging.
E pare che il killer si fosse travestito da runner per non destare sospetti.

Dopo essersi avvicinati all’obiettivo gli ha sparato un colpo con una pistola calibro 7,65 alle spalle centrandolo alla testa trapassandolo all’altezza dell’orecchio sinistro.
Diabolik è morto all’istante. Per modalità, precisione e complessità dell’agguato le indagini sono state affidate ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia.
Insomma, in procura, a Roma, il fascicolo di indagine, che al momento è a carico di ignoti, poggia su di una convinzione: chi ha ucciso Fabrizio Piscitelli ha agito per conto e per nome di una organizzazione criminale.
Il capo ultrà della Lazio in precedenza è stato coinvolto in una vicenda di droga e sottoposto di recente a un sequestro di beni per circa due milioni di euro.
Genny Attira
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