Parte in salita la tratattiva per l’accordo di Governo tra il M5S e il Pd.
Il variegato popolo Pentastellato non vede di buon occhio l’accordo con il Nazareno anzi preferirebbero un nuovo patto con la Lega ma senza MAtteo Salvini.
A funestare la giornata sono le polemiche interne esplose all’interno del Partito democratico con le accuse di Matteo Renzi rivolte a Paolo Gentiloni di mercanteggiare per far saltare il patto di legislatura.

In questo clima si sono incontrati a Palazzo Montecitorio le delegazioni delle due forze politiche. Per il Pd, il presidente dei senatori dem Andrea Marcucci, quello della Camera Graziano Delrio e il vicesegretario Andrea Orlando.
Per i Cinquestelle i presidenti dei deputati e dei senatori, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, con i loro vice, Francesco Silvestri e Gianluca Perilli.
Un primo incontro dove i 5 Stelle hanno ribadito i loro 10 punti come piattaforma imprescindibile per lavorare all’intesa.

All’interno del quadro delle cose da fare c’è il taglio dei parlamentari.
Il summit che è durato un paio d’ore è stato turbato – dicevamo – dalle polemiche renziane.
Ne approfitta il leder dei 5 Stelle che che non ha partecipato al vertice, era a Montecitorio, per limitarsi a dire: “Il nostro obiettivo è approvare i nostri 10 punti e su quei punti ci è stata data una disponibilità da parte del Pd, ma vedo che già litigano tra loro”.
A parole i 5 Stelle dicono che i rapporti con la Lega sono chiusi mentre invece molti sostengono che si è riaperto un dialogo.
Troppa la distanza tra M5S e Pd e allora si pensa a una soluzione intermedia: un governo di scopo che approvi la riforma sul taglio dei parlamentari, vari la manovra economica e poi si va dritti al voto.
Giulia Rosati
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