È in salita il dialogo M5S-Pd. Di Maio vuole il Conte bis, Zingaretti la discontinuità. Si riaffaccia la Lega

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Il ghiaccio è rotto. Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti si sono incontrati ed hanno cominciato a dialogare.

I due leader hanno cenato a casa del sottosegretario Vincenzo Spadafora e discusso di un eventuale accordo per costruire una alleanza di governo.

I tempi sono stretti. Il Capo dello stato entro martedì vuole delle risposte. L’Italia ha bisogno di una maggioranza coesa e di un governo.

Il capo politico del Movimento 5 Stelle sembra che abbia posto sul tavolo della trattativa due punti imprescindibili: Giuseppe Conte, presidente del Consiglio (Lo vuole Beppe Grillo che ha scritto sul suo blog) e l’approvazione della riforma del taglio dei 345 parlamentari.

Una premessa – da ciò che si è appreso – che equivale a porre sulla strada della trattativa due enormi macigni. Per Zingaretti una eventuale alleanza passa per due elementi fondamentali e irrinunciabili : discontinuità con il ‘governo del cambiamento’ quindi ‘no’ al Conte bis e rimodulare attorno alla riforma del taglio dei parlamentari dei contrappesi e una nuova legge elettorale proporzionale.

Dicevamo di Beppe Grillo, che in un post sul suo blog ha tessuto l’elogio di Giuseppe Conte: “Sembra che nessuno voglia perdonare a Conte la sua levatura ed il fatto che ci abbia restituito una parte della dignità persa di fronte al mondo intero”.

E ha aggiunto: “Se dimostreremo la capacità di perdonare le sue virtù sarà un passo in avanti per il paese, qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui, come facesse parte di un mazzo di figurine del circo mediatico-politico, sarebbe una disgrazia. Ora ha pure un valore aggiunto… l’esperienza di avere governato questo strano paese… benvenuto tra gli Elevati”.

L’impressione è che Luigi Di Maio, sembra intenzionato ad alzare la posta e lo fa anche in considerazione del possibile riaccordo con la Lega. Il leader dei Pentastellati sembra aver dato un ultimatum : “O il Pd fa come diciamo noi oppure salta tutto”.

Il controcanto è di Alessandro Di Battista, frontman M5S: “Tutti ci cercano”, il riferimento è all’interessamento del ‘forno’ leghista. Matteo Salvini ha capito di aver commesso un errore e vuole ritornare sui suoi passi.

Il M5S in un accordo con la Lega potrebbe addirittura schierare Di Maio a premier e la Lega Giancarlo Giorgetti a ministro dell’Economia. Tanto è vero che il senatore Gianluigi Paragone, ha scritto su Facebook: “Spero che Di Maio ci pensi bene prima di cedere al Pd”.

Insomma se gli ortodossi dei Penastellati che fanno capo a Roberto Fico hanno aperto al Pd e chiuso definitivamente la porta alla Lega così non si può dire per le altre correnti.

Nel Pd soffia un vento di scetticismo, il M5S deve cedere perché altrimenti sembra che il Partito democratico sostituisca la Lega nella alleanza e così non può essere. A quel punto meglio andare alle elezioni.

Pier Paolo Milanese

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