Il nuovo governo è in panne, nuvole nerissime si addensano nel cielo e dal fronte dell’economia: i dati sono allarmanti. L’Italia sbanda pericolosamente e si avvia verso una stagnazione strutturale.
Il Pil anche nel secondo trimestre 2019 è fermo. Anzi è diminuito dello 0,1% nei confronti del secondo trimestre dell’anno scorso.
Lo comunica l’Istat, ricordando che la variazione congiunturale del Pil diffusa in occasione della stima preliminare del 31 luglio era risultata anch’essa pari a zero e la variazione tendenziale risultava nulla.
“Prosegue la fase di sostanziale ristagno dell’attività economica iniziata nel secondo trimestre 2018”, commentano all’Istat.
Il Paese rischia di non avere un governo coeso e deciso ad affrontare ciò che si annuncia come un lungo inverno economico. Anche le esportazioni oscillano e i contraccolpi sulla manifattura cominciano a far male.
Interi comparti boccheggiano e già si cominciano a constatare gli effetti della crisi.
In aggiunta al quadro poco confortevole c’è la frenata della Germania e della Francia e quindi una contrazione dei mercati di riferimento italiani.
A pesare c’è anche lo scontro Usa-Cina sui dazi. Occorre mettere in sicurezza i risparmi, consolidare i conti e promozionare politiche espansive inaugurando una stagione di massicci investimenti pubblici.
Nel frattempo il nuovo governo è in bilico, oggi è stato impallinato da Luigi Di Maio cioè l’ex ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico che dovrebbe – almeno si spera – conoscere i numeri della crisi.
Genny Attira