‘Capata’ di Beppe Grillo al carrierismo e leaderismo esasperato del ‘suo’ M5S

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L’ultima picconata di Beppe Grillo fa discutere. La ramanzina del comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle pare più che rivolta ai vertici del Partito democratico fosse un avvertimento ai 5 Stelle e in particolare al capo politico Luigi Di Maio e forse a Davide Casaleggio.

“Basta parlare di posti e punti” ha esordito Grillo con un eloquente “Sono stufo”. “Abbiamo un’occasione unica”, dice invitando chi di dovere a “sedersi a un tavolo” e a parlare. Il video, registrato nella sua casa di Genova e pubblicato sul suo blog poco dopo che Luigi Di Maio ha terminato di parlare ai suoi in un appartamento al Pantheon, è soprattutto uno schiaffo a chi, come il capo politico del suo stesso movimento, “pensa solo alle poltrone”.

Un messaggio diretto e brusco in un momento delicato per il Paese . Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, entro martedì vuole dare l’ok al nuovo governo. I tempi stringono.

Il pressing del Quirinale è massimo tanto da indurre il premier incaricato Giuseppe Conte ad andare a rapporto. Il Capo dello Stato è preoccupato per l’insorgere di tensioni interne alla nascente maggioranza M5S-Pd.

Prevalentemente originate dalle questioni pregiudiziali poste da Luigi Di Maio che al di là del programma riguarda i ruoli nel nuovo esecutivo e in particolare dello stesso leader dei Pentastellati.

In questo scenario irrompe Beppe Grillo che se comincia a parlare di scenari globali e invita tutti ad avere una visione che sia più ampia dell’orizzonte quotidiano.

All’improvviso il comico genovese entra a gamba tesa sulla trattativa che Conte sta portando avanti per formare il nuovo governo giallorosso. Inizialmente, il garante del Movimento 5 Stelle si rivolge al Partito democratico. O meglio: “alla base, ai ragazzi del Pd” poi vira contro Di Maio.

“Voglio che vi sediate a un tavolo, a parlare di queste cose – dice – e invece ci abbrutiamo a parlare di scalette, di controscalette… Il posto, lo dò a chi… i 10 punti, i 20 punti…”.

Un’uscita pesante, un avvertimento, una chiamata alla responsabilità di un Movimento che colpa il rampantismo e le aspirazioni di pochi – sempre gli stessi – continua ad apparire confuso, miope e senz’anima.

La strattonata di Grillo è servita. Segnali distensivi e collaborativi cominciano a farsi spazio nelle ultime ore.

Tanto è vero che Conte, ormai vero ago della bilancia e guida dei Penatstellati – si dice ottimista e continua a mettere a punto il programma ed a delineare l’identikit dei ministri.

Pier Paolo Milanese

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