Che cosa accade al Rione Sanità? Notti insonni e di terrore. Scorribande di baby gang e vicoli assediati. Sembra che il quartiere di Totò non trovi proprio pace.
L’attenzione mediatica si concentra solo quando le ‘stese’ occupano i titoli dei giornali e ci scappa la vittima innocente. Esiste, invece, una routine criminale che non fa notizia ma è altrettanto pericolosa e che costringe i residenti a restare ostaggio delle proprie abitazioni.
La sensazione o meglio la constatazione è che tutto è appeso al filo della casualità. Se non ci scappa il guaio o nella variante l’effetto collaterale è per un puro meccanismo astrale.
Il sangue innocente di Genny Cesarano non ha insegnato nulla. Marce, discorsi, iniziative, presidio del territorio, videosorveglianza da soli non riescono a invertire la tendenza.
Eppure il rione Sanità è protagonista di uno sforzo delle istituzioni in termini di prevenzione, scolarità e progetti sociali. Non basta. C’è una quotidianità che mette la pelle d’oca e sfugge a tutto.

E Vincenzo Pirozzi, regista, attore, sceneggiatore, grande figlio del Rione Sanità e talento indiscusso con due post sul suo profilo Fb si è sfogato. Lui che nonostante tutto non ha mai abbandonato quelle viuzze attorcigliate tra catacombe, ossa, chiese e basiliche dove batte il cuore di una Napoli verace, proprio non ci sta a guadare da lontano quel magico rione che ciclicamente ripiomba nella barbarie come se fosse una maledizione.
“Ore 6.02: dopo le solite scorribande dei ragazzetti con gli scooter, e un pestaggio da parte di un gruppo di bambini cresciuti ai danni di un loro coetaneo (avvenuto intorno all’una di notte) ecco che per finire, due ragazzi ubriachi, in questo caso extracomunitari, se le stanno dando di santa ragione” – denuncia Pizozzi postando anche un video girato con uno smartphone -. “L’ uno che scappa e l’altro lo rincorre lanciandogli pietre, bottiglie, bastoni e tutto ciò che trova nei cassonetti o per strada” – spiega -.
Una denuncia sofferta che segue di un paio di giorni un altro post del regista.
“Sono tornato dalle vacanze. Sono le 5.43 circa e sono disteso sul letto, non riesco a dormire perché alle 3.00 del mattino un gruppo di giovanissimi (la maggior parte di età inferiore ai 14 anni) di sesso misto, scorrazzavano sugli scooter e urlavano a squarciagola interrompendo il sonno mio e di qualche altro sciagurato come me che abita in zona”- scrive -.

“Per non finire, meno di mezz’ ora fa, un altro gruppo di motociclisti (prettamente maschi e con età media che andava tra i 16 e i 20
anni) correvano e urlavano dicendo parolacce e dulcis in fundo hanno anche sparato qualche proiettile in aria”.
Vincenzo Pirozzi non si nasconde e in ogni cosa che fa ci mette sempre la faccia con coraggio e con spirito di servizio per il suo ‘Rione Sanità’.
“Il mio quartiere è uno di quelli che cerca da anni di uscire dal ‘ghetto’ perché c’è gente che si rimbocca le maniche per mettere in atto il cambiamento. Però poi mi volto indietro e vedo ‘il mio popolo’ la mia gente che non ama queste strade, ‘non si ama’ i figli nostri a quell’ ora e sopratutto a quell’ età dovrebbero stare a letto, al sicuro, a dormire!!!”.
E ancora una volta un appello che suona come un atto d’accusa: “E mi rivolgo alle istituzioni e a chi dovrebbe garantirci la sicurezza, se queste telecamere sono ‘fittizie’ o la solita buffonata del momento per farvi sentire fintamente operativi, solamente per opinione pubblica, allora sapere che vi dico: ‘andate a fare in culo’”.

Vincenzo Pirozzi da sempre è impegnato nel tentare di cambiare le cose e andare avanti sempre e comunque: “Ed in fine, ai genitori di questi ‘animali’ voglio dire: ‘andate via!!! Andatevene altrove e portate con voi questi vostri derelitti, il mio quartiere e Napoli non ha bisogno di voi!!!! Andatevene nei paesi più lontani!!!. IO VOGLIO LA NORMALITÀ!!!!! Per noi è per i nostri figli!!!!!! BASTA!!!!’”.
Parole arrabbiate e amare quelle del registra partenopeo e la netta sensazione che ormai il limite è stato raggiunto e abbondantemente superato.
Un urlo doloroso che suona come una invocazione d’aiuto. Alle istituzioni e alla agenzie educative il compito di raccoglierlo altrimenti al rione Sanità andrà in onda sempre e solo la stessa brutta fiction.
Arnaldo Capezzuto
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