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Luigi Di Maio sarà il nuovo ministro degli Esteri del nuovo governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte. Questo emerge con certezza da Palazzo Chigi.
A rafforzare l’indiscrezione il contemporaneo passo indietro di Andrea Orlando (Pd) che su Fb ha dichiarato di volersi dedicare all’organizzazione del partito.
Il capo dei Pentastellati chiedeva un dicastero di peso ed è stato accontentato anche se puntava al Viminale.
Di Maio come un vecchio democristiano, senza averne però la caratura, si accinge ad accomodarsi sulla poltrona della Farnesina.
Un riconoscimento in chiave europeo per il voto favorevole e determinante dei 5 Stelle all’elezione del presidente della Commissione Ue, Ursula Gertrud von der Leyen
Molla i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico senza grandi rimpianti. Il bilancio è tutto fuorché positivo.
Quattordici mesi di governo tra tavoli, proclami e decreti che lasciano il nulla e non hanno per niente inciso sul mondo del lavoro italiano.
Anzi, si acuiscono le crisi, peggiora il numero di non occupati e niente – a parte i comizi – è stato fatto per aiutare le imprese.
Luigi Di Maio, insomma, sarà alle prese con un ruolo delicato e di diplomazia e strettamente collegato con il Quirinale.
Dovrà faticare davvero tanto, Luigi Di Maio per convincere tutti nelle sue doti, resta impressa nella memoria di molti le liti con il presidente Macron e l’incontro con la delegazione dei gilet gialli che è valsa una crisi internazionale pesantissima e ricucita da Sergio Mattarella.
Pier Paolo Milanese
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