La decisione di Whirlpool Italia di lasciare Napoli, di chiudere a doppia mandata lo storico stabilimento di via Argine rappresenta uno schiaffo, l’ennesimo al Mezzogiorno d’Italia.
Una bocciatura senza se e senza anche all’operato dell’ex ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e al suo decreto.

Che qualcosa non quadrasse al tavolo ministeriale era opinione comune di sindacati e operai. Non si è voluto davvero capire le difficoltà e la situazione aziendale.
Ora la frittata è fatta. Luigi La Morgia, amministratore delegato di Whirlpool Italia in una intervista al quotidiano La Repubblica ha spiegato davvero le cose come stanno ed ha annunciato: “Non delocalizziamo, è la crisi del mercato a costringerci. Avremmo fatto lo stesso anche al Nord. Gli ammortizzatori non risolvono nulla”.
E mentre il leader Di Maio nel nuovo governo esordirà come ministro degli Esteri lascia le macerie fumanti al ministero del Lavoro e Sviluppo economico.

Luigi La Morgia conosce molto bene le vicende napoletane e ne conosce in modo approfondito dinamiche, problemi e ritardi. È stato per molti anni direttore dello stabilimento partenopeo. Conosce ogni singolo operaio dei 420 che sono oppure erano in forze a via Argine.
I margini per una grande industria globale quando ci sono diseconomie non possono essere affrontate con dazioni economiche statali. La macchina dev’essere perfetta e efficiente a livello territoriale.
L’azienda ha deciso : Whirlpool Napoli sarà chiusa. Ma il personale, gli operai non andranno per strada questo nelle intenzioni del colosso metalmeccanico.

È stato approvato, infatti, un piano da 20 milioni che garantirà il lavoro a tutte le maestranze partenopee con l’attuazione di un progetto di riconversione industriale.
Ora occorre capire, leggere e confrontarsi per valutare se sono solo parole oppure c’è sostanza dietro il nuovo progetto studiato per la sede di Napoli.
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