Una storia che mette rabbia. Una storia che dà soprattutto lo spaccato di una certa Napoli. Una storia che riapre una ferita che mai e poi mai potrà rimarginarsi.
All’assassino della guardia giurata Francesco Della Corte, aggredito mentre prestava servizio davanti alla stazione di Piscinola della metropolitana con l’obiettivo di rapinargli la pistola d’ordinanza, gli è stato accordato e concesso un permesso per festeggiare i suoi 18 anni.
E lui con familiari e fidanzata ha organizzato una bella festa per la maggiore età.
Vergogna, vergogna e ancora vergogna. Ora è logico augurarsi che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede faccia qualcosa o meglio approfondisca di perché è stato concesso il permesso speciale a un condannato in primo grado per omicidio di uscire e andare a festeggiare il suo compleanno. Cioè praticamente un premio.
Una decisione contestata dai figli della vittima che la definiscono “incomprensibile”.
Una delle foto pubblicate sui social ritrae il giovane che si bacia davanti a due tavole imbandite e sul muro, un festone con la scritta “18”.
Quella maledetta sera del 13 marzo 2018 il fresco 18enne insieme a dei complici uccise brutalmente a sprangate Francesco Della Corte.
Volevano rapinare la sua pistola e la guardia giurata con freddezza immaginando i rischi ed i pericoli riuscì a nascondere l’arma per impedirne la sottrazione.
Un ultimo gesto eroico a testimonianza del senso del dovere di Della Corte, grande lavoratore, padre e marito.
E alla notizia del permesso all’assassino è scoppiata la protesta della categoria delle guardie giurate.
Michele Onorato, un collega di Della Corte lancia via social la protesta selfie.
Mettendoci la faccia e un cartello : “In ricordo del collega Francesco Della Corte. Siamo indignati. Io non ci sto alla scarcerazione per un permesso premio”.
I tre imputati, tutti rei confessi, sono stati condannati in primo grado a 16 anni e mezzo di carcere.
Alla vigilia dell’inizio del processo d’appello, uno dei tre assassini ha chiesto e ottenuto dai giudici il permesso di lasciare temporaneamente l’istituto minorile di Airola per incontrare familiari e amici in occasione della festicciola per i suoi 18 anni.
E sulla vicenda anche il capo della Polizia Franco Gabrielli a chi gli chiedeva della rabbia della famiglia del vigilantes ucciso ha risposto :”Come dargli torto”.
Arnaldo Capezzuto