“Sul caso del permesso temporaneo accordato a uno dei killer della guardia giurata come ministro della Giustizia ho immediatamente inviato gli ispettori per accertare i fatti”.
Parla il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ospite – ieri sera – della trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa.
Non si placano le polemiche sul permesso temporaneo accordato a uno dei tre killer della guarda giurata Francesco Della Corte, ucciso l’anno scorso nei pressi della stazione della Metropolitana di Piscinola a Napoli in un tentativo di rapina dell’arma d’ordinanza.
A far scoppiare il caso la diffusione via Social di alcune foto che immortalano l’assassino al centro di una festicciola nella sala di una parrocchia di Airola, non molto lontano dal penitenziario dov’è detenuto, per il compimento del suo 18esimo anno d’età.
Una festa-sorpresa organizzata dai congiunti del giovane di cui nulla sapeva ed era informato il giudice di sorveglianza. Palloncini, dolci, baci, abbracci e la scritta 18 anni appesa al muro.
Dura la reazione dei familiari della vittima e in particolare dei figli Marta e Giuseppe : “È una vergogna”.
Un caso che diventa un vero e proprio scandalo e avviene alla vigilia dell’inizio del processo d’Appello – in primo grado tutti e tre gli imputati che hanno partecipato all’uccisione di Del Core sono stati condannati a 16 e mezzo di carcere – quel permesso e le immagini dei festeggiamenti hanno turbato l’opinione pubblica e sollevato le ire dei familiari e congiunti della vittima.
Anche il capo della Polizia Franco Gabrielli ha espresso parole chiare e nette e di solidarietà ai congiunti di Della Corte. E ieri sera il Guardasigilli a ‘Porta a Porta’ senza entrare nel merito del caso ha assicurato che quanto prima riceverà la relazione degli ispettori e valuterà.
“Il mio impegno di governo in questi mesi – ha sottolineato Bonafede – è garantire la certezza della pena”.
Il carcere è riabilitativo, la pena deve sempre puntare al reinserimento di chi ha sbagliato nella società. È un principio stabilito dalla Costituzione.
Lo Stato non fa vendette ma aiuta chi ha sbagliato e si è macchiato anche di crimini efferati a ridiventare cittadino.
Come è chiaro che la custodia cautelare non può diventare un anticipo di pena ma se avviene un omicidio efferato, subentra una condanna a 16 anni e mezzo ed i fatti sono vicini nel tempo su quali basi si concede un permesso? E perché lo si è concesso?
Cosa ancora più assurda, i familiari del giovane assassino organizzano addirittura una festa per il raggiungimento della maggiore età senza darne comunicazione al giudice.
Insomma, lo spaccato di questa storiaccia mostra la complessiva indifferenza, noncuranza e mancanza di rispetto verso una vittima, i suoi familiari e il loro incolmabile dolore.
Arnaldo Capezzuto