Studenti, immigrati e rappresentanti delle istituzioni si sono ritrovati nel luogo della ‘Strage di San Gennaro’ a Castel Volturno. Sono trascorsi 11 anni.
Vennero trucidati nella follia terroristica camorrista sei immigrati africani da parte del clan dei Casalesi guidati da Giuseppe Setola. Furono esplosi 122 proiettili sparati da pistole e kalashnikov.
Un settimo immigrato, Joseph Ayimbora, testimone oculare, morì alcuni anni dopo ma le sue dichiarazioni inchiodarono i responsabili di quel massacro.
I sicari dei Casalesi sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo. La commemorazione, iniziata nella sala consiliare del Comune, si è conclusa al km 43 della Domiziana dove furono massacrati i sei migranti.
Il Centro sociale ‘Ex Canapificio’ di Caserta ha organizzato una versioni di ‘giochi senza frontiere’ con i ragazzi della scuola media ‘Garibaldi’ di Castel Volturno, divisi in sette squadre.
Un albero è stato piantato per ricordare le vittime dell’ eccidio. E il pastore protestante Prosper Doece ha denunciato “di come non sia, in realtà, cambiato niente. A Castel Volturno siamo tornati indietro sul piano dei diritti”.
Genny Attira