I fatti non sono chiari e prima o poi il bandolo della matassa bisogna trovarlo. Quel sangue innocente, i brandelli di carne umana trovati dappertutto, un’autostrada sventrata, un isolato devastato e poi le bombe a Firenze, Roma e Milano.
Un altro clamoro agguato di stampo terroristico-mafioso allo stadio Olimpico poi fallito. Una sequela di impressionanti di attentati e stragi con una matrice non solo riconducibile alla sola mafia.
Silvio Berlusconi, ex premier e attuale eurodeputao è finito nuovamente sul registro degli indagati.
“È un atto dovuto” che il suo nome sia finito nuovamente finito in una inchiesta per le stragi di mafia del 1993 a Firenze, Roma e a Milano.
È quanto si apprende da fonti della procura di Firenze, a proposito della certificazione depositata questa mattina nella cancelleria della seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo, che sta celebrando il giudizio di secondo grado sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
La procura fiorentina, guidata dal procuratore Giuseppe Creazzo, ha riaperto le indagini dopo aver ricevuto da Palermo le intercettazioni del colloqui in carcere del boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano, inerenti l’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
“A seguito della trasmissione delle intercettazioni”, spiegano le stesse fonti del palazzo di giustizia di Firenze, “come atto dovuto vi è stata una riapertura delle indagini”, già archiviate, a carico di Berlusconi, come mandate delle stragi mafiose.
E l’ex premier chiamato come testimone dai legali di Dell’Utri nell’ambito del processo d’Appello sulla trattativa Stato-Mafia ha dato forfait. L’ex cavaliere ha mollato il suo braccio destro. Non si presentaerà in udienza ma farà arrivare una memoria.
Genny Attira