Adesso sono in molti a guardare alla ‘Carta di Firenze’. Il Movimento 5 Stelle potrebbe ritornare alle sue origini.
C’è un’Italia fatta di meet up, associazioni, gruppi, attivisti, volontari, simpatizzanti che potrebbero seguire l’esempio del capoluogo toscano.

Più democrazia, stop al capo politico, passaggio della proprietà della piattaforma Rousseau al M5S.
Questi i punti nevralgici della ‘Carta di Firenze’, studiata dal gruppo degli ‘scettici’ del Movimento Cinquestelle riunitisi domenica scorsa nel capoluogo toscano per l’elaborazione di un documento da sottoporre ai vertici grillini, proiettato ad ‘un nuovo Rinascimento’ 5S, scevro da scissioni e correnti.

La Carta di Firenze è online da mezzanotte su un sito creato apposta (www.cartadifirenze2019.it) ed è stata pubblicata non a caso nel giorno in cui il M5S compie 10 anni.
E domenica Domenica 6 ottobre dalle ore 9,30 alle ore 14,00 presso il Teatro M. Aprea, sede del l’accademia musicale G. Verdi, ubicato in piazzale Vanvitelli, 15 a Volla (Na), si terra un’assemblea regionale autoconvocata dagli attivisti della Campania iscritti alla Piattaforma Rousseau.

Anche quest’assemblea si riunisce per individuare nuove regole di trasparenza e partecipazione democratica che, ispirandosi al sistema di valori e di principi fondanti che hanno caratterizzato l’etica del MoVimento 5S ai suoi albori, riportino al centro del dibattito politico il ruolo fondamentale della base.
Il trono di Luigi Di Maio comincia a vacillare. I parlamentari di Camera e Senato senza più nascondersi addirittura hanno sottoscritto un duro documento contro il capo politico dei Pentastellari.
Di Maio è sempre più isolato. C’è qualcuno che ipotizza come il capo politico, a sorpresa, nel corso della festa Nazionale del Movimento 5 Stelle fissata per il 1 2 e 13 alla Mostra d’Otremare a Napoli potrebbe rimettere il proprio mandato. Fare un passo indietro e lasciare il timone a una sorta di riedizione di un ‘Direttorio’ in cui vengano rappresentati i territori.

La pressione è fortissima. Di Maio non ha più la benedizione del garante Beppe Grillo che nell’ultimo mese ha ripreso in pieno il controllo del Movimento 5 Stelle imponendo la linea dell’accordo con il Pd.
Prima di rimettere in gioco il suo mandato o quando meno mettersi in discussione, Di Maio potrebbe svelare i nomi dei 12 facilitari nazionali , una sorta di coordinatori regionale del M5S, e altre sei figure da inserire nell’organizzaione del Movimento.

Ma tutte le iniziative che ricalcano la ‘Carta di Firenze’ dicono altro. C’è una avversione alla deriva verticistica, allo stravolgimento della natura del Movimento, al familismo, ai cerchi magici e al pensiero unico che ormai alberga nei Pentastellati.
E domenica anche dalla Campania potrebbe giungere un segnale fortissimo e diretto ai leader campani del Movimento.
Comincia a sorgere il timore, non infondato, che lo stesso Luigi Di Maio alla Mostra d’Oltremare diventi bersaglio di una clamorosa contestazione che potrebbe rimbalzare attraverso i media in tutt’Italia.
Arnaldo Capezzuto
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