L’Italia, non è un Paese per l’infanzia. La denuncia di Save the Children

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È solo una illusione. È dura la vita per i bambini in Italia. Dal Nord al Sud del Paese c’è scarsa attenzione per i bisogni e le esigenze dei più piccoli. Edifici poco sicuri, investimenti in istruzione che vanno a singhiozzo e abbandono scolastico.

La metà degli studenti under 18 non legge neppure un libro e se lo legge è perchè i professori l’hanno imposto. Molti giovani strada facendo si perdono lungo il percorso e finiscono per lasciare gli studi, chi prosegue lo fa in scuole inadeguate.

È la fotografia che emerge da ‘ll tempo dei bambini’, il decimo ‘Atlante dell’infanzia a rischio’ di Save the Children, l’organizzazione internazionale che da cento anni lotta per salvare i più piccoli e garantire loro un futuro: qui l’edizione 2018.

La cifra che fa orrore è che molti minori vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni.

Difficili sono anche le condizioni abitative: in un Paese in cui circa due milioni di appartamenti rimangono sfitti, negli anni della crisi (2011-2014) il 14% dei minori ha patito condizioni di grave disagio.

Occorrono politiche serie che guardino al futuro e investono sui più piccoli.

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