La chiamavano rivoluzione. Un flop chiamato reddito di cittadinanza e avviamento al lavoro

2 0
Reading Time: 2 minutes

C’era chi in tempi non sospetti l’ha scritto: il Reddito di cittadinanza rischia di essere un flop nel suo progetto complessivo.

La prima fase è stata l’erogazione, la seconda fase doveva essere caratterizzata dai colloqui attitudinali, al rafforzamento delle abilità, il donare ore settimanali per svolgere lavori utili alla collettvità e infine o nel mentre ottenere offerte di lavoro grazie anche ai Navigator.

È la trama di un film luce. Il modello ideale come spesso accade ai pensatori grillini non coincide con la realtà. Lo stallo è totale. Il disorientamento imbarazzante. Il caos prevalente.

Dopo sette mesi dalla partenza del reddito, su 982mila percettori del benefit statale, soltanto una misera percentuale ha infatti attivato un ‘patto per il lavoro’ ossia una sorta di contratto che il beneficiario del reddito firma dopo aver definito il proprio ‘bilancio delle competenze’ e essersi impegnato a rispettare gli obblighi previsti dalla legge, tra cui quello di accettare una proposta di lavoro congrua.

La fase 2 non è pervenuta, i Navigator incassano lo stipendio da mesi senza essere ancora riusciti a traghettare nessuno verso il mercato del lavoro, la legge che impone un coinvolgimento attivo dei percettori del sussidio fa acqua da tutte le parti.

La grande riforma introdotta dall’ex ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio è un clamoroso flop. La fotografia del parziale monitoraggio da parte delle Regioni, riportato dal sito delle piccole-medie imprese pmi.it fa accaponare la pelle.

A fronte di 200.795 titolari di RdC convocati dai Centri per l’Impiego (su una platea complessiva di 704.000 soggetti coinvolti) e 69.234 colloqui effettuati, i patti per il lavoro sottoscritti ammontano a meno di 50mila (49.896) per non parlare poi dei lavori di pubblica utilità e dei PUC (Progetti Utili alla Comunità).

La fotografia scolorisce se si guarda ai controlli della Guardia di Finanza molti che usufruiscono del reddito di cittadinanza non avevano diritto altri invece lavorano a nero e arrotondono con il sussidio di Stato.

Poi ci sono quelli che vengono pizzicati in attività illegali e con l’assegno di poverà in tasca. Si tratta di spacciatori, contrabbandieri e addirittura usurai che per il fisco sono talmente poveri da avere diritto a sgravi, aiuti, sostegno e assegno. Furbetti del reddito di cittadinanza anche tra persone arrestate.

A questo punto la domanda : ma ai veri poveri, ai meno abbienti chi ci pensa davvero?

Metti un like alla nostra Fanpage

© Riproduzione riservata
www.ladomenicasettimanale.it

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
100 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Chiudi
Ascolta le notizie
Social profiles
Chiudi