Whirlpool, manda in strada gli operai napoletani però aiuta i poveri con le lavanderie

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Il mondo è strano assai. Whirlpool, il colosso che produce elettrodomestici ha dismesso la produzione dello stabilimento di Napoli.

Oltre 420 dipendenti e l’indotto – complessivamente circa 2000 lavoratori – finiranno per strada.

Nei vari tavoli al Mise la Whirlpool ha sottoscritto accordi per poi puntualmente disattenderli, insomma, alla fine ha ceduto il ramo d’azienda e sponsorizza una fumosa riconversione industriale del sito di via Argine che non si sa cosa sia.

Gli operai da maggio occupano la loro fabbrica e manifestano in piazza. Una situazione difficile con una grande multinazionale che ha rifiutato piani statali e aiuti scagliandosi sull’anello debole: i lavoratori. Dicevamo che il mondo è strano assai.

La stessa Whirlpool si fa in quattro per aprire lavanderie e aiutare i più poveri e diseredati. Sembra una contraddizione. La nuova inaugurazione a Genova con il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa.

Le multinazionali Procter & Gamble e Whirlpool Corporation, infatti, già nel 2017 hanno partecipato all’apertura della ‘Lavanderia di Papa Francesco a Roma. Ieri hanno contribuito alla nascita di una nuova lavanderia e all’installazione del servizio docce.

Proprio la Whirlpool ha fornito lavatrici, asciugatrici e ferri da stiro peccato che gli elettrodomestici donati con lo scopo di alleviare la condizione di chi è più sfortunato non sono prodotti a Napoli dove uno storico stabilimento è stato chiuso a doppia mandata dalla stessa multinazionale molto sensibile per il sociale.

Almeno gli operai partenopei buttati per strada – in queste ore – potranno andare a Genova e lavare la loro biancheria grazie a Whirlpool.

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