La sconfitta è pesante. Praticamente il Movimento 5 Stelle, visti i risultati delle elezioni regionali in Umbria, è stato spazzato via.
Non ditelo al capo politico Luigi Di Maio ormai prigioniero della sua torre di avorio, avvinghiato nel suo cerchio magico continua a negare l’evidenza e fuggire di fronte ai tonfi dei grillini. Una follia.
A Italia 5 Stelle non c’era spazio per i dissidenti, per coloro che chiedono discontinuità, tutti allineati e coperti con la parola confusa del capo supremo.
Dall’Umbria è stato recapitato un telegramma pesantissimo al gruppo dirigente pentastellato: c’è l’obbligo di cambiare – oltre alla strategia politica – anche le facce che ne compongono il vertice.
Non c’è più tempo, lo tsunami rischia di spazzare via dieci anni di attivismo e di politica in cui un partito in meno di 20 mesi ha disperso alle ortiche un patrimonio di consensi, idealità e attivismo.
Mentre veniva certificata la grande sconfitta irrompe un post sul Blog delle Stelle “Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato”. “ll Movimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile.
E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti”. Insomma, sembra una condanna dell’esperimento delle alleanze.
La linea, evidentemente, di Luigi Di Maio non è in discussione. Appunto prova di ottusità, arroganza e di non accettare la realtà.
“Dalla formazione del primo esecutivo ci è stato subito chiaro che stare al Governo con un’altra forza politica – che sia la Lega o che sia il Pd – sacrifica il consenso del Movimento 5 stelle. Ma noi non siamo nati per inseguire il consenso, bensì per portare a casa i risultati, come il carcere per gli evasori di questa settimana e il taglio dei parlamentari della settimana precedente. Continuiamo a lavorare umilmente, rispettando gli impegni e mettendoci al servizio”.
Praticamente il capo politico del Movimento non vuole assumenrsi le sue responsabilità e nel post cerca di difedere la poltrona, ingrana una rapida retromarcia e la butta in tattica.
I dati dalla regione Umbria sono una resa incondizionata. Il M5S è sotto il 10 per cento. Lo stacco tra la coalizione di centro destra e di centro sinistra è di oltre 20 punti. Inosmma, al M5S, non resta che piangere