“Ragazzi ribellatevi ad iun destino scritto da altri. Studiate!La cultura è libertà (Nunzio Giuliano) 21 marzo 2018″.
È la targa di ottone installata su di una panchina al Real Bosco di Capodimonte in coincidenza con l’anniversario dall’uccisione di Nunzio Giuliano avvenuta il 21 marzo 2005 in via Tasso.
Nonostante siano trascorsi 14 anni nulla si sa degli esecutori e dei mandanti di quel clamoroso omicidio.
Nunzio Giuliano apparteneva all’omonima famiglia-clan malavitoso del rione Forcella ruppe con loro, rinnegò il suo stesso sangue e cominciò a denunciare le storture che conducono i giovani a delinquere.
Una testimonianza dal dì dentro del sistema, Nunzio parlava la stessa lingua di chi aspirava alla carriera criminale, una voce fuori dal coro che qualcuno decise di fermare con un clamoroso agguato.
I suoi familiari per ricordarlo in coincidenza della festa della primavera e del ricordo vittime innocenti aderirono all’iniziativa del Real Bosco di Capodimenote di adottare una panchina e dedicarla a un familiare caro.
Nel weekend oltre alla targhetta dedicata a Nunzio Giuliano sono state rubate altre 15 con scritti intimi e pensieri poetici, con dediche a persone care, frasi, ricordi d’infanzia incisi sull’ottone sono state trafugate nel weekend sulle nuove panchine donate al Museo e Real Bosco di Capodimonte.
L’iniziativa ‘Adotta una panchina, un albero, una fontanella o un beverino’, portata avanti dall’associazione Amici di Capodimonte onlus, è stato un successo della cultura della partecipazione civile.
Avviato nell’agosto 2017, il progetto ha portato nel giro di qualche anno all’adozione di oltre 118 panchine, 60 alberi, 3 beverini per cani, 3 portabici e una fontanella.
Un’iniziativa oltraggiata da un atto vandalico avvenuto nel weekend a danno di 16 panchine, tra queste c’è anche la panchina rossa, inaugurata il 5 dicembre 2018 nell’area del Belvedere donata dalla III Municipalità Stella-San Carlo all’Arena. La targhetta sullo schienale recitava ‘Senza donne non c’è rivoluzione’.
“Siamo sdegnati per questo vile atto vandalico che offende direttamente la cultura della partecipazione e il senso civile – afferma il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger – Reinstalleremo subito le targhette trafugate”.
Il direttore Bellenger condivide la profonda indignazione del visitatore Fulvio Frezza che ha denunciato il furto nel weekend scorso e rilancia la cultura della partecipazione.
“Questo bosco era abbandonato e pericoloso al mio arrivo, grazie all’aiuto del quartiere e alla partecipazione di tutti i napoletani ha ritrovato la sua bellezza e noi vogliamo continuare a portare avanti con fermezza questa cultura della partecipazione. Ringrazio, perciò, tutti quelli che hanno donato in questi anni e dico che risponderemo a questo atto vandalico invitando tutti i napoletani a sostenere ancora di più l’iniziativa con l’adozione di altre panchine nel Bosco di Capodimonte dimostrando che questo schiaffo non ferma la volontà civile e la cura della bellezza” – conclude il direttore –