Niente ergastolo per il boss Raffaele Amato, capo degli scissionisti del clan Di Lauro, per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno avvenuto nell’ottobre del 2004.
Il boss catturato in Spagna è stato condannato a 20 anni di carcere. Quel duplice omicidio sancì la rottura senza possibilità di ritorno dell’esplosione della faida di Scampia.
La decisione è stata adottata dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Napoli che rispetto al primo grado con giudiziao abbreviato hanno cancellato l’ergastolo.
A pesare sul giudizio il diverso atteggiamento processuale di Amato che su alcuni punti attraverso una lettera ha spiegato le sue ragioni. Per l’accusa Amato doveva essere condannato all’ergastolo perchè era uno spietato camorrista ed è uno spietato irriducibile camorrista.
Intanto, Roberto Manganiello, ex braccio destro e nipote del boss Gennaro Marino, detto ‘McKay, esponente delle Case celesti di Secondigliano, si è dissociato dalla famiglia camorristica dei Marino.
Fatto importante avvenuto nel corso dell’udienza per l’omicidio di Ciro Nocerino assassinato il 25 settembre del 2011, secondo gli inquirenti proprio dal suo clan, causa un regolamento dei conti interni. Manganiello ha ammesso di essere stato l’istigatore di quella uccisione ed ha anche chiesto scusa alla famiglia.
Con la sua dissociazione e l’uccisione di Domenico Gargiulo, vero obiettivo dell’agguato in un cui venne ucciso l’innocente Lino Romano, nel 2012, trovato cadavere nel bagagliaio di una vettura lo scorso settembre, la piazza di spaccio delle Case Celesti sembrerebbe ora non avere un punto di riferimento.
Un tempo ‘governato’ dai fratelli Marino, Gennaro al 41 bis e mentre suo fratello Gaetano, detto ‘moncherino’ fu assassinato in un agguato scattato a Terracina. La vedova dell’uomo, Tina Rispoli si è risposata con il cantante neomelodico Tony Colombo.