Luigi Di Maio parlando dalla Comau di Shanghai e rispondendo a una domanda sulla tassa della plastica per un attimo perde la vigilanza sul suo Ego e spontaneamente si definisce statista.
Non è uno scherzo, non è una burla e neppure una manipolazione. In un discorso, sinceramente, poco originale il giovane ministro degli Esteri indirettamente si auto-elogia.
“Il dibattito sulla Plastic tax è se farla partire oppure no, se fa perdere voti oppure no”, spiega Di Maio.
Poi l’impennata a manetta auto-celebrativa con una spruzzatina in dosi massicce di narcisismo: “Io dico soltanto che i politici guardano alle prossime elezioni, gli statisti guardano alle future generazione”.
Pausa, tira il fiato e Di Maio mette il sigillo con solennità: “Se vogliamo lavorare con serenità al programma di governo noi dobbiamo guardare alle future generazioni”.
Pier Paolo Milanese
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