Ci vorrebbe qualcosa in più di un ergastolo. Perchè una persona del genere che pensa e mette in atto un paino in cui salta una cascina in aria, saturata di gas di bombola e l’innesco di timer dove perdono la vita tre vigili del fuoco altri due ne restano feriti con un carabiniere non potrà mai redimersi e rieducarsi.
La svolta della misteriosa esplosione di Quargnento è avvenuta stanotte a poche ore dallo straziante addio ai tre pompiere.

Messo sotto torchio, incalzato dalle domande, spiattellata in faccia indizi e contraddizioni alla fine il proprietario della cascina maledetta ha ceduto e confessato: un attentato per frodare l’assicurazione.
Questa è l’atroce verità che ha spazzato via tre vigili del fuoco che sono morti nell’adempimento del proprio dovere fino alle più tragiche conseguenze. I magistrati della procura di Alessandria l’avevano promesso che la verità sarebbe venuta fuori.
Giovanni Vincenti, 51 anni, crolla dopo dieci ore di interrogatorio. “Non volevo uccidere nessuno”, si è difeso.

Non solo il disastro doloso ma anche l’omicidio plurimo volontario e le lesioni volontarie per i due pompieri e il carabiniere rimasti feriti e sopravvissuti.

Il proprietario non ha avvertito i soccorritori già sul posto per la prima debole esplosione.
C’erano altre cinque bombole nell’edificio principale programmate per scoppiare all’una e trenta. Ci sarebbe stata mezz’ora di tempo per mettersi in salvo.
“Non ho detto niente perché ero sconvolto”, ha detto. Ed è stata una strage. Nella vicenda è indagata a piede libero – si spera per poco – anche la moglie Antonella Patrucco.
Giulia Rosati