A Bologna, i dem tentano di uscire dal lutto e ripensano a un nuovo PD

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Una tre giorni per guardarsi negli occhi, riflettere e capire se c’è lo spazio politico per essere riformisti, radicali, di sinistra e farsi carico nei territori delle istanze della gente.

Il PD deve rinnovarsi, scrollarsi di dosso la sovrastruttura da casta, rinnovare la sua classe dirigente, aprirsi alla società civile che negli anni ha bypassato i partiti e si è autorganizzata.

La kermesse dem ‘Tutta un’altra storia per scrivere gli anni 20 del 2000’ nel capoluogo emiliano ha l’obiettivo di dare un segnale al Paese, rimettere in moto il motore della politica, accendere il fuoco sacro della passione, ridare una centralità democratica al PD.

Buone intenzioni che passano obbligatoriamente nel lasciarsi alle spalle l’eleborazione del lutto per lo strappo di Matteo Renzi e la nascita del partito con le ali ‘Italia Viva’ .

Inutile negarlo il fantasma dell’ex segretario è volteggiava sono stati i suoi ex fedelissimi come Graziano Delrio e Lorenzo Guerini ha lanciare qualche frecciatina nei confronti dell’ex premier.

Le sfide dinanzi sono proibitive e minacciose. La Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni conquistano minacciosamente terreno. Le ricette sono sempre le stesse: slogan, risposte semplici a situazioni e vicende complesse, additare la colpa agli altri e instillare odio e rancore sociale contro gli avversari che si trasformano in nemici.

È un Nicola Zingaretti preoccupato che insieme al gruppo dirigente del Pd ha capito e compreso che serve un cambio di passo : aprire una stagione completamente nuova nella vita del partito e porre le basi per un campo democratico e progressista forte e plurale che passa per l’approvazione di un nuovo statuto .

“Sottolineo i due verbi ‘aprire’ e ‘porre le basi’ – dice nel discorso conclusivo Zingaretti alla platea di delegati – non un approdo ma una partenza, non un’inaugurazione ma la posa della prima pietra di un edificio che deve essere bello, largo, accogliente, aperto”.

Ripartire dalle disuglianze, dagli ultimi, liberare le energie, sostenere un ambientalismo vero e guardare a un nuovo Mezzogiorno per rimettere in moto il Paese questo l’orizzonte alto disegnato anche da un tagliente e concreto Dario Franceschini.

Questa è la teoria poi occorre fare i conti con la politica : alla fine Vincenzo De Luca sarà nuovamente il candidato del Pd in Campania per Palazzo Santa Lucia? I De Luca d’Itaòia incarnano il nuovo corso annunciato da Zingaretti per il PD?

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