L’analisi. Schiavitù napoletana, operai a nero ostaggi del padrone. I carabinieri scoprono la grande vergogna. Politica e sindacati in religioso silenzio

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In Italia, accade anche di scoprire una fabbrica di accessori che lavora principalmente per l’alta moda del circuito delle boutique internazionali dove ben 43 operai non sono regolari, abusivi.

Forza lavoro umiliata, ricattata, pagata una miseria e nascosta in una stanza blindata segreta attigua internamente alla fabbrica dove mancano le condizioni minime di sicurezza e di salute sul posto di lavoro. Schiavi moderni a lavoro per oltre 10 ore al costo di 20 euro al giorno.

Vergogna, vergogna e ancora maledetta vergogna. L’opificio con retrobottega clandestino è stato scoperto dai carabinieri dei Nas a Melito alle porte di Napoli.

Da queste parti il tempo si è fermato all’Ottocento dove non esistono diritti, sindacati, sicurezza del lavoro e neppure la dignità che attiene agli esseri umani compresi gli animali. Di cosa cazzo parliamo non è lecito saperlo.

Dibattiti, tavole rotonde, quadrate, proposte di leggi, sgravi, new deal, piano marshall, aiutiamo il Mezzogiorno, lo sviluppo e ancora le chiacchiere dei comizi e ci si perde nella panna montata della vergogna. La verità è una: Il Sud deve morire, sprofondare, scomparire e tirarsi dietro il sistema Italia.

I grassatori del Nord ricco e obeso continua ad affidarsi al reticolo malavitoso del Sud che occupa ogni centimetro di territorio ricattando e imponendo i suoi modelli delinquenziali. Uno schifo. È inaccettabile tutto questo. La condizione degli operai napoletani e in generale meridionali è peggio di quella dei cinesi ormai diventati imprenditori con una loro chiara leadership di mercato.

Siamo merda a 20 euro al giorno senza diritti e per una giornata lavorativa di 10 ore più straordinari.

Chiusi e imprigionati peggio delle zoccole in un tugurio chiamato laboratorio che se ti viene un accidente di prendono di peso e ti lanciano vicino a un cassonetto della munnezza.

E se qualcuno si aspettava i fulmini della politica, l’indignazione dei sindacati, le prese di posizioni è meglio che si mette l’anima in pace: a nessuno frega un emerito cazzo.

I carabinieri dei Nas che sono abituati a vedere situazioni drammatiche sono rimasti scossi quando aprendo la pesante porta blindata si sono ritrovati di fronte tutte quelle persone ammassate in una piccola salettina tra loro c’erano anche due minorenni e una donna incinta. Fatti che farebbero indignare, incazzare, bestemmiare anche Matilde Serao.

Il padrone, il carceriere che lavorava il conto terzi per i signori e le signore dell’alta moda ha solo sussurrato ai militari dell’Arma un timido e poco convinto : “Ho sbagliato”. E vaffanculo pezzo di merda. Certo che ha sbagliato ma a nascere. Ora è in carcere con l’accusa di sequestro di persona e sfruttamento del lavoro.

L’imprenditore-prenditore poco prima dell’ispezione dei Nas, per non incorrere nelle pesanti sanzioni che alla fine gli sono state contestate, aveva chiuso in un locale senza servizi igienici e finestre i 43 operai rigorosamente ‘in nero’.

Nel laboratorio venivano assemblati pellami per note case internazionali di alta moda. I lavoratori, appena liberati hanno chiesto se fosse stato possibile di andare in bagno prima dell’identificazione, visto che erano che erano stipati lì da circa sei ore.

Sequestrato il laboratorio, con tutti i macchinari e le attrezzature presenti, per un valore complessivo di circa 2 milioni e mezzo di euro, e all’imprenditore sono state contestate ulteriori sanzioni penali e amministrative per tutte le violazioni alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sugli aspetti igienico sanitari, per un totale di 600mila euro.

Nessuno ha capito che l’Italia e in particolare il Sud sta sprofondando, morendo, insomma, cosa si aspettano i tumulti? Gli assalti? le bombe?

Arnaldo Capezzuto

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