L’allarme è rosso. Ora si rischia davvero. Il passaggio dei tre sentaori Pentastellati al gruppo della Lega potrebbe innescare un’accelerazione nella resa dei conti nei Pentastellati.
Il Movimento 5 Stelle imbarca acqua e il capo politico Luigi Di Maio è in grosse difficoltà. Tanto è vero che le fibrillazioni nel Governo, i dolori della Manovra economica, i problemi interni al Movimento costringono e inchiodano il ministro degli Esteri a Roma.

La situazione è così incandescente da indurre Beppe Grillo, il garante e fondatore dei 5 Stelle, a precipitarsi a Roma. A far scattare l’allarme l’astensione di quattro senatori nel corso della votazione al Senato della manovra economica.
Nel mirino in particolare è finito Gianluigi Paragone vicino a Alessandro Di Battista che oltre ad agitare il dissenso si è schierato contro Di Maio non riconoscendo più la sua leadership.

Paragone è portatore di una visione diversa e non ha mai smesso di guardare alla Lega di Matteo Salvini. Nelle ultime ore nella casa grillina serpeggia la paura.
Il timore di vedersi Paragone a capo di una entità che si stacca dal Movimento e approda verso le coste leghiste semina il terrore.
Grillo e non Di Maio ha tentato di ricompattare le truppe M5S. Con i senatori nel corso di una assemblea, il comico genovese ha spronato i parlamentari: “Siamo al governo ora. Dobbiamo portare il Pd sui nostri temi, è questo che dobbiamo fare. Per fare le cose serve tempo e pazienza”.

Tutti hanno notato che all’incontro tra gli assenti mancava proprio Paragone, per lui forse in arrivo provvedimenti disciplinari. Il garante con tono pacato ha detto : “I fuoriusciti dal M5s? Io non riesco a convincere nessuno, se una persona cambia idea lo può fare. Non sono qui per rasserenare nessuno, sono qui per conoscere. Tanta gente non l’ho mai vista nè conosciuta”.
A gettare però benzina sul fuoco è Riccardo Ricciardi, vicepresidente del gruppo alla Camera che prprio contro il senatore dissidente ha sparato a pallettoni : “Il senatore Gianluigi Paragone, sin dal post voto delle elezioni europee, si è allontanato dalle posizioni del MoVimento 5 Stelle, e si è avvicinato sempre di più a quelle dell’opposizione. Dai nostri iscritti abbiamo ricevuto il mandato chiaro di sostenere questo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Paragone non rispetta nè loro, nè tutti gli altri portavoce in Parlamento”.
Pier Paolo Milanese