Gaetano Senarcia, il poliziotto-poliziotto e la lettera di sua figlia Rebecca: “Quella divisa l’avevi cucita addosso. Sono fiera di te”

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Non c’è sollievo, non ci sono preghiere che tengono, si cerca solo di capire ciò che non si può capire, comprendere e spiegare. Certo affidarsi e obbedire a quel disegno più grande, imprescrutabile, alla chiamata del Signore che ha scelto lui per portare a termine una missione importante.

Sembra che non sia vero che Gaetano Senarcia, 50 anni, assistente capo della polizia di Stato in forze al Commissariato Pianura non ci sia più. È stato tutto così veloce, quel malore improvviso, l’accasciarsi a terra e neppure rendersi conto di nulla.

Dolore, rabbia e tanta tanta commozione per la scomparsa di un poliziotto, poliziotto. Uno che non guardava in faccia a nessuno ma allo stesso tempo ascoltava e nella più assoluta riservatezza aiutava gli ultimi tra ultimi.

Nella chiesa di Santa Maria del Mare, al Villaggio Coppola a Castel Volturno per tributare l’ultimo saluto a Gaetano, il tempo è sembrato sospeso quasi a voler svegliarsi da un incubo e dire : “Madonna che brutto sogno”.

Non ci sono lacrime. Non ci sono parole, non ci sono ragioni per una morte assurda, aberrante e profondamente ingiusta.

È stata Rebecca, la seconda figlia di Gaetano a scrivere una lettera al suo papà. L’ha fatto affidandola in un post sulla sua bacheca Facebook che diventa per incando e bellezza una carezza per i tanti familiari, colleghi e amici che piangono una persona straordinaria Gaetano Senarcia.

“Per me non sei solo mio padre, per me sei tutto quello che non si può descrivere a parole… sei il mio primo amore e lo sarai per tutta la vita e io come dici tu ‘sono la donna che ami di più’… sei il mio idolo, tutto ciò che io voglio essere è esattamente come sei tu…. un uomo onesto, rispettoso, altruista e sempre disponibile per chiunque ne avesse bisogno” – scrive Rebecca – .

“Sono sempre stata orgogliosa della divisa che indossavi, la amavi ma soprattutto la rispettavi, dicevi che ce l’avevi cucita addosso… e quando ci incontravamo per strada che eri in servizio non immagini quanto orgoglio sentivo nel cuore pensando ‘quello è mio padre!'” – aggiunge -.

“Mi dicevi sempre che eri fiero di me e io questo lo so, mi hai sempre appoggiata in tutto anche quando era tutto buio e io perdevo le speranze tu accendevi quella piccola luce dentro me dicendomi di non preoccuparmi. Sono tanti i ricordi… ed erano ancora tante le cose che dovevamo fare insieme”.

“Purtroppo quando abbiamo accanto le persone che amiamo diamo tutto per scontato, non immaginiamo che quello che per noi è la normalità da un momento all’altro non possa esserci più”.

“Quello che io oggi voglio trasmettere a tutti è di non dare mai nulla per scontato, mai pensare che possa essere abbastanza, una parola o un abbraccio… di fare sempre ciò che ci sentiamo di fare perché il dispiacere ci colpisce all’improvviso quando poi non resta che vivere col rimpianto di non aver fatto tutto quello che avremmo potuto. Ringrazio chi in qualche modo c’è stato nella vita di mio padre donandogli attimi di felicità e gioia. Ciao papi❤️”.

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