La preghiera di Papa Francesco: “Signore non lascarci nelle tenebre e nell’ombra della morte”

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Una voce sofferente, il passo incerto, le parole stanche. Papa Francesco ha accompagnato una via Crucis intensa, palpitante, cupa ma piena della luce della speranza.

La voce agli ultimi, la corona di spine sul capo di chi ha sbagliato ed ha capito incontrando quel Dio che forse non ha mai cercato.

“Dopo ventinove anni di galera non ho ancora perduto la capacità di piangere, di vergognarmi della mia storia passata, del male compiuto” confida in uno scritto un detenuto al 41-bis.

Un sacerdote accusato e poi assolto racconta: “La vergogna, per un istante, mi ha condotto al pensiero che sarebbe stato meglio farla finita. Poi, però, ho deciso di rimanere il prete che sono sempre stato. Appeso in croce, il mio sacerdozio si è illuminato”.

Emozione, commozione, umanità piazza San Pietro è ancora deserta. C’è solo un uomo vestito di bianco. Suggestione e la consapevolezza della via Crucis del Mondo al tempo del falgello delle tenebre del Coronavirus.

La croce è portata lungo le stazioni da due gruppi, di cinque persone: uno del carcere veneto e uno della Direzione sanità e igiene del Vaticano. Papa Francesco segue dal sagrato poco sotto il crocifisso di San Marcello rivolto verso di lui.

Al Crocifisso è collocata la dodicesima stazione. L’ultima è sopra la piattaforma, dove attende il Papa: “Signore, che non ci lasci nelle tenebre e nell’ombra della morte, proteggici con lo scudo della sua potenza”.

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