Boss e killer torneranno in carecere.
Manca un’ora al Consiglio dei ministri. Una riunione flash per firmare il decreto legge urgente e consentire attraverso una norma di far rispalancare le patrie galere e far tornare dietro le sbarre molti degli scarcerati per l’effetto del Covid-19.
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha lavorato tutta la giornata al decreto per metterci una pezza al pasticcio della circolare del Dap e alle decisioni dei giudici di sorveglianza.
La lista è di 498 detenuti a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari e tra loro spiccano il nome di Pasquale Zagaria, fratello del super capo dei Casalesi, Michele e dell’ergastolano Franco Cataldo, 85 anni, che partecipò all’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Era l’11 gennaio 1996, all’età di quindici anni e dopo mesi di segregazione, Giuseppe Di Matteo venne strangolato a morte per mano di Giovanni Brusca e poi immerso nell’acido per far scomparire i resti.
Il piccolo era stato rapito per ricattare suo padre Santino, tra i killer delle stragi di Capaci che stavano collaborando con la giustizia.
Uno stop urgente imposto da Bonafede e dal nuovo vice capo del Dap Roberto Tartaglia. Ora la speranza è che nel frattempo nessuno sia scappato. Sarebbe una imperdonabile beffa.