“Let it be”, 8 Maggio 1970. I Fab Four, da tempo divisi, e con molti screzi interni pubblicano (temporalmente) il loro ultimo album. In realtà fù registrato prima di Abbey Road, ma uscì dopo nel 1970 appunto.
Per i critici, è materia di confronto, su cosa abbia rappresentato, un canto del cigno di un band immortale oppure un album di ottimo di spessore, tra guefi e ghibellini della recensione e della critica musicale, resta il fatto che nel disco rimangono tre gioielli assoluti come appunto “Let it Be” e “The Long and Winding Road” e “Get Back”.
La leggenda (ma neanche troppo) vuole che i nostri baronetti abbiano discusso anche su come regalare al pubblico la loro ultima esibizione live. Internamente divisi, si scelse poi il tetto di Savile Row entrato poi nella leggenda, con il concerto del 30 Gennaio 1969. Gli screzi culminarono con l’iconica copertina di Let It Be “divisoria”, infatti McCartney e soci appaiono separati, in quattro immagini (primo piano appunto) nella cover.
La chiusura dell’album con “Get Back (scelta non a caso)” chiude un epopea storico musicale senza precedenti. Il rock, prenderà altre strade incamminandosi verso il prog, hard rock e poi su successivamente il punk, “elevandosi” ad altri generi.
Lennon, continuerà poi la sua avventura insieme a Yoko Ono e la “Plastic Ono Band e con album da solista e McCartney con i Wings dichiererà tutto il suo sentirsi spaesati nel intraprendere una nuova avventura dopo essere stato nelle più grande band di tutti i tempi ( cosa successa anche ai Pink Floyd dopo “The Dark Side of The Moon”).
Il mondo e gli appassionati beatlesiani ricordano oggi “Let it Be” con tanti eventi e manifestazioni,in fondo come dichiarava John Lennon “I Beatles sono più famosi di Geù Cristo”. La storia ( citazione a parte) gli ha dato ragione.
Sergio Cimmino