Nuovo album per Eugenio Bennato intitolato ‘Qualcuno sulla Terra’ edizioni Sponda Sud, il maestro alla direzione del sestetto vocale ‘Le voci del Sud’, ci regala un viaggio musicale fatto di bellezza, intesa come creatività ed arte, attraverso la ragione e le responsabilità dell’uomo, con occhio sempre al meridione e ai sud del mondo.
Maestro innanzitutto come sta vivendo questo periodo di quarantena?
Cogliendo delle esperienze nuove, delle immagini nuove, che si traducono in nuova creatività.

Un nuovo album ‘Qualcuno sulla terra’ edizioni Sponda Sud con la direzione del sestetto vocale ‘Le Voci del Sud’, come è nata questa collaborazione?
Mettendo insieme energie nuove di artisti nati sulla scia di quello che ci siamo inventati negli ultimi decenni: la musica popolare, la vocalità del sud, l’attenzione per temi forti e specifici come il brigantaggio e l’emigrazione.
Il disco si incentra anche sulle responsabilità dell’uomo e al suo cammino attraverso la storia. In questo periodo storico cosi delicato, l’essere umano secondo lei, è guidato più dalla ragione o dall’egoismo personale?
Le due cose sono in contrasto, l’egoismo è personale e contro la ragione, che ci spiega che il bene di tutti è anche il bene di ogni singolo individuo. Spero ovviamente che prevalga la ragione e il senso di responsabilità di ogni essere umano.
Nei brani ‘L’amore muove la Luna’ e Fiat Lux si parla di due temi come la bellezza e la conoscenza. I popoli del mondo, sono capaci di salvaguardare queste doni divini?
Mi viene inevitabilmente in mente il breve discorso di Papa Francesco che ieri ha rimarcato il valore della creatività e della bellezza. L’arte esprime la capacità di precorrere i tempi e di indirizzare la storia.

Nell’ Arca di Noè, si parla della legge della natura ponendolo anche come questione esistenziale. Secodo lei è nell’essere umano intrisa la voglia di mangiare il più piccolo, non cè soluzione per un mondo più equo?
La soluzione sarebbe la presa di coscienza dell’uomo di essere il più potente e di avere quindi la responsabilità della salvezza della natura.
Puo spiegarci l’etimologia della parola “Kifaja” e perchè la scelta di questo brano nel disco?
La parola l’ho sentita nominare in diretta (poi l’ho ritrovata sul libro di Taras Ben Jelloun”” La rivoluzione dei gelsomini”) perchè ero in Marocco nel febbraio 2011. Kifaya significa Basta! Ed è stata la parola d’ordine che ha circolato sul web per scatenare le dimostrazioni di piazza.

‘A Sud di Mozart’ chiude l’album ma è suddiviso in tre diverse versioni ovvero corale, opera buffa e tarantella. Come mai questa scelta?
Perchè è il racconto fantastico della visita del giovane Mozart a Napoli a fine settecento. Abbiamo immaginato, io e Carlo D’Angiò che Mozart, ignorato dall’aristocrazia napoletana, sia stato accolto dal popolo basso (Corale), che lo abbia condotto nei Quartieri per assistere ad un evento quotidiano riguardante una semplice storia d’amore (Opera buffa) e che sia spontaneamente partita una musica (Tarantella) che è il rimedio più efficace per guarire dal male d’amore.
Sergio Cimmino
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