La clamorosa inchiesta che ha portato all’arresto di 59 persone e sta provocando un vero e proprio terremoto a Sant’Antimo è nata nell’ambito delle investigazioni sul Pip di Marano dove sono coinvolti e sotto processo i fratelli del parlamentare Luigi Cesaro.
I magistrati della Dda di Napoli nei fatti documentano uno storico rapporto esistente tra la cosca facente capo al boss Pasquale Puca detto ‘o minorenne e la famiglia Cesaro. Una relazione d’interessi rafforzata da una serie di investimenti imprenditoriali comuni.
La famiglia Cesaro – sostengono i magistrati – avrebbe tra i soci i Puca nel centro diagnostico Igea e nel centro commerciale ‘Il Molino’.
Attività economiche intestate ufficialmente ai fratelli Cesaro ma partecipate in forma occulta dal boss Pasquale Puca che pur se detenuto dal 2009 attraverso i suoi rappresentanti gestisce direttamente le attività economiche.
Un rapporto che si è consolidato nel tempo anche e soprattutto grazie all’inquinamento della vita politica del comune di Sant’Antimo con il controllo dell’amministrazione operato tramite i propri referenti in Consiglio comunale.
La camorra aveva l’interesse di indirizzare le scelte dell’Ente verso i propri affari illeciti. Strategico erano il controllo totale delle attività dell’ufficio tecnico che ha dato vita ad una serie di clientele.
Da qui era possibile assegnare lavori pubblici, alcuni dei quali, alle ditte riconducibili al clan Puca nonchè rilasciare autorizzazioni e concessioni edilizie alcune della quali in favore di imprenditori e costruttori orbitanti attorno al clan.
Il controllo dell’ufficio tecnico veniva in ogni modo tutelato – sostengono gli investigatori – con l’utilizzo delle modalità tipicamente mafiose quali l’intimidazione dei dipendenti con minacce a mano a armata e contro la persona.
Quando però la politica faceva muro è il caso dell’amministrazione guidata dal sindaco Aurelio Russo il clan attraverso proprie pedine in consiglio comunale rendevano pressoché la vita impossibile all’amministrazione tanto è vero che nel luglio 2019 il primo cittadino veniva sfiduciato.
È un sistema per dire la verità comune a molte amministrazione della provincia di Napoli. Non casualmente i Pcu ossia il piano comunale urbanistico per la maggioranza dei comuni non è stato approvato con il risultato di non far scattare la salvaguardia e quindi consentire di andare sempre in deroga e autorizzare le concessioni.
È l’industria del mattone che da Volla a Orta di Atella, passando per Frattamaggiore e Cardito hanno sempre la stessa trama. In questi comuni le colate di cemento si susseguono con autorizzazioni in deroga degli strumenti urbanistici e la costruzioni di cenitmaia di case, ville e abitazioni, un giro di milioni di euro. Chi c’è dietro questi investimenti?