Sant’Antimo, i clan imposero il controllo dell’ufficio tecnico per garantirsi il ciclo del cemento per le speculazioni edilizie

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I clan volevano il controllo totale dell’ufficio tecnico del comune di Sant’Antimo poi sciolto dopo il lavoro della commissione d’accesso per infiltrazioni della camorra.

Alla fine la storia come accade in molti comuni della provincia di Napoli è sempre la stessa: speculazione edilizia per riciclare il denaro. E allora palazzi, casi, ville, abitazioni, capannoni della serie : mattoni e affari.

È lo spaccato dell’inchiesta che ha condotto dietro le sbarre una cinquantina di persone tutte accusate tra l’altro di associazione esterna di stampo mafioso.

Tra domiciliari e carcere sono finiti i tre fratelli del parlamentare Luigi Cesaro che risulta indagato. In manette i capi storici dei clan Puca, Verde, Ranucci e colletti bianchi. Le indagini hanno accertato il condizionamento delle elezioni comunali svolte nel giugno 2017 nel Comune di Sant’Antimo (Napoli), sciolto il 20 marzo scorso per infiltrazioni mafiose.

È quanto emerge dall’inchiesta che ha portato stamattina all’esecuzione, da parte dei carabinieri del Ros, di misure cautelari nei confronti di 59 persone, a vario titolo ritenute gravemente indiziate dei reati di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco e di esplosivo, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, minaccia, turbata liberta’ degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, favoreggiamento personale, rivelazione di segreti d’ufficio, tutti reati commessi al fine di agevolare le attivita’ dei clan camorristici Puca, Verde e Ranucci operanti nel Comune di Sant’Antimo e limitrofi.

Dalle indagini e’ emersa una “capillare campagna di voto di scambio” e una “incalzante opera di compravendita di preferenze” con una tariffa di 50 euro per ogni voto “a favore di candidati del centrodestra”. Alle elezioni del 2017 vinse il centrosinistra al ballottaggio, dopo un primo turno favorevole per il centrodestra.

Il controllo del comune di Sant’Antimo da parte della criminalità organizzata locale risulta proseguito anche dopo le elezioni, come documentato dallo sviluppo delle investigazioni. Infatti, a seguito della mancata affermazione elettorale, la strategia criminosa e’ stata finalizzata da un lato a far decadere quanto prima la maggioranza consiliare e dall’altro a mantenere, malgrado un’amministrazione di diverso schieramento politico, il controllo sull’ufficio tecnico del comune.

Proprio da quell’ufficio transitano i permessi di costruire, i cambi di destinazione d’uso, le Scia.

Cemento, cemento e ancora cemento con gli interessi di costruttori e l’esigenza dei finanziatori occulti di invstire e riciclare grosse cifre di denaro.

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