Aveva chiesto in prestito soldi e quando non ha potuto restituirli sono scattate continue minacce a ‘nome’ del clan Troncone, operativo nel quartiere Fuorigrotta, quartiere della periferia occidentale di Napoli.
La vittima, però, un imprenditore ha denunciato tutto e così sono state arrestate due persone ritenute appartenenti al clan: Vitaliano e Luisa Troncone.
Sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della Compagnia di Napoli – Bagnoli ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L’inchiesta e’ stata resa possibile anche dalla denuncia della loro vittima, un imprenditore, titolare di un bar tavola calda del quartiere, fallito per i debiti accumulati.
Con il fallimento delle attività imprenditoriali, la persona che gli aveva garantito il finanziamento delle somme richieste per proseguire nella gestione delle attività, aveva reclamato la restituzione di quanto prestato.
L’imprenditore tra gli anni 2016 e 2017 aveva ricevuto un prestito da una terza persona, ma con il fallimento delle sue attività, chi gli aveva garantito il finanziamento delle somme richieste aveva reclamato la restituzione di quanto prestato, circa 40mila euro.
Al diniego della vittima, era seguito dopo qualche settimana l’intervento del boss e della sorella che avevano sostenuto che in realta’ i soldi avuti in prestito erano stati da loro anticipati. I due hanno minacciato di morte l’imprenditore e i suoi familiari e lo hanno vessato per costringerlo a consegnare loro il denaro. Luisa Troncone era anche andata di persona a reclamare la restituzione del prestito
Al rifiuto della vittima, è scattato dopo qualche settimana l’intervento degli indagati, che, con reiterate minacce e facendo sempre leva sull’appartenenza al sodalizio camorristico operante nell’area di Fuorigrotta, avevano preteso la restituzione del denaro, asserendo che i soldi erano stati da loro anticipati.