Smantellato il sistema ‘Parco Verde’ di Caivano: arrestate 51 persone. Chiusa la più grande ‘piazza di spaccio’ d’Europa. Per ogni gestore fino a 130mila euro al mese di guadagno. Nell’industria della polvere bianca ‘impiegati’ interi nuclei familiari

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Una microspia sapientemente collocata nel luogo dove si tenevano i summit del clan. Un orecchio indiscreto per catturare in diretta tutti i ragionamenti criminali, le discussioni e gli ordini strategici per dirigere la vendita di stupefacenti al Parco Verde di Caivano, comune alle porte di Napoli. Dopo la chiusura di Scampia è diventata la ‘piazza di spaccio’ più importante d’Europa. Qui gli stupefacenti si vendono h24.

L’edilizia popolare è stata risagomata alle esigenze di sicurezza per la vendita con blindature e servizi di telecamere a circuito chiuso. Un grande opificio per lo stoccaggio, il confezionamento e la vendita al dettaglio della droga. Vi erano impiegati interi nuclei familiari, ma non solo. Una grande fabbrica organizzata su turni con annessi pusher, vedette e venditori in scooter.

La ‘cimice’, sistemata dai carabinieri sul terrazzo dove il boss Nicola Sautto riceveva i “capi piazza”, ha consentito di conoscere e raccogliere dall’interno del sistema criminale tutti i meccanismi della compravendita della polvere bianca.

Con il blitz di oggi è stato assestato un durissimo colpo al clan Sautto-Ciccarelli. Sono 51, complessivamente, le misure cautelari notificate. Le intercettazioni insieme con gli appostamenti e i pedinamento, hanno consentito, nell’arco di circa tre anni, dal 2016 al 2019, di svelare quello che il gip definisce “Il sistema Parco Verde”: “piazze di spaccio”, una quindicina, dotate di una sorta di autonomia pagata acquistando la droga esclusivamente dal clan Sautto-Ciccarelli, oppure pagando una quota mensile, che in certi casi arrivata anche a 60mila euro al mese.

C’era chi guadagnava in media 130 mila euro al mese.Tutto però avveniva sotto la supervisione dei vertici del clan che decideva anche che orari, modalità e anche la tipologia di droga da vendere. Oltre 300 i carabinieri e la DDA hanno impegnati nell’operazione condotta in diverse province d’Italia come Bergamo, Isernia, Imperia, Cosenza, Forli’ e Cesena oltre che nelle province della Campania.

L’operazionè ha avuto una accelerata per l’arresto di Massimo Gallo, uno dei “capi piazza” della zona, che si stava preparando a compiere un delitto degno di un film dell’orrore. La “sua” piazza di spaccio funzionava come una vera e propria fabbrica e le attività incessanti, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, dei pusher, che si avvalevano anche delle figlie per confezionare droga, davano fastidio ad alcuni inquilini.

Lo scorso agosto Massimo Gallo è stato arrestato perche’ la sua organizzazione progettata l’omicidio di un inquilino del parco Verde che si lamentava dei rumori che i pusher facevano tutti i giorni e ogni ora. Gli affiliati al clan prima lanciarono dei messaggi intimidatori, picchiando il genero dell’uomo che si lamentava e dando fuoco alle sue auto, poi pensarono di ucciderlo dando fuoco al suo appartamento, davanti al cui ingresso fu sparsa benzina.

Un altro pentito, Gennaro Mai, che si e’ consegnato ai pm da libero, ha raccontato di aver preparato in prima persona l’acido in una vasca da bagno dove sciogliere il corpo di Mario R., che era il nemico di Sautto e non voleva pagare le quote. Ma R. e il clan trovarono l’accordo e la vita gli fu risparmiata

L’arresto della DDA fu deciso praticamente “ad horas” in quanto gli inquirenti erano ormai convinti che l’omicidio sarebbe stato portato a termine malgrado in quella casa ci fosse anche una donna, la figlia di quel signore, incinta.

Emerge anche un tentato agguato dai contorni raccapriccianti da una indagine che ha preceduto quella grazie alla quale, oggi, i carabinieri di Castello di Cisterna e la DDA hanno potuto assestare un duro colpo al clan Sautto-Ciccarelli, che controllava, come sostengono gli inquirenti, “la più grande piazza di spaccio dell’Europa occidentale”, quella del Parco Verde di Caivano.

Il tutto accade al culmine di uno scontro tra due ras, due “capi piazza” – Massimo Gallo (arrestato lo scorso anno) e Antonio Ciccarelli – in guerra per accaparrarsi lo spaccio tra il 2012 e il 2013: i sicari di Gallo sarebbero stati per molto tempo (si parla addirittura di qualche settimana) nascosti in una scuola media (in un momento in cui non c’erano studenti nè docenti), armati di Kalashnikov, per tentare di uccidere Ciccarelli.

Secondo quanto il racconto fornito dal collaboratore di giustizia Carlo Oliva, che faceva parte del commando, si ottenne la collaborazione del gruppo camorristico della Vanella Grassi di Secondigliano per questo raid, in particolare della famiglia Leonardi. In cambio questi ultimi chiesero “una mano” per uccidere alcuni rivali tra le fila del clan degli “scissionisti”.

A mettere fine alla vicenda ci pensa proprio il boss Nicola Sautto, che aveva a cuore gli affari e che per non perdere importanti entrate, fece di paciere. Uno Stato nello Stato dove vigono le regole imposte dai due capi, Antonio Cicarelli e Nicola Sautto, che, nonostante gli arresti tra i loro affiliati e alleati, riuscivano a tenere salde le redini della cosca grazie agli ordini che impartivano direttamente dal carcere con telefoni cellulari. Il leader incontrastato era Nicola Sautto che incuteva terrore a tutti gli affiliati.

In molti si lamentavano sia per i prezzi che venivano praticati da Antonio Fucito, che vendeva cocaina a 36mila euro al chilo, sia per la tangente che dovevano pagare, anche se non vendevano. Ma le regole erano chiare e in un’intercettazione il boss lo dice esplicitamente: “Dovete pagare tutti”.

Le indagini si fermano all’aprile del 2020 e si sono avvalse delle dichiarazioni di Vincenzo Iorio, alias ‘bing’, braccio destro di Sautto il quale ha raccontato quello che il gip chiama ‘sistema Caivano’. Dalle indagini, infatti, e’ emerso che gli esponenti del clan Ciccarielli-Sautto riuscivano a impartire direzioni direttamente dal carcere, anche usando i microcellulari introdotti da familiari all’interno del carcere.

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