Un’indagine coperta. Un’inchiesta delicata. Lo braccavano. Neppure gli sono bastati gli anni di carcere per l’omicidio di Annalisa Durante, trucidata ad appena 14 anni, avere i fratelli detenuti e la madre dietro le sbarre perchè ritenuta la cassiera della cosiddetta ‘Paranza dei bimbi’.
Salvatore Giuliano, 37 anni conosciuto con il nomignolo ‘o Russ, libero da maggio dell’anno scorso per buona condotta dopo aver scontato 16 anni dei 20 della condanna per omicidio e associazione mafiosa, incredibilmente senza alcun applicazione di un provvedimento di risiedere fuori regione, è tornato ad abitare in vico Carbonari cioè a quattro passi da via Vicaria Vecchia dove in un conflitto a fuoco contro esponenti dei Mazzarella ammazzò il 27 marzo del 2004 l’angelo biondo del rione Forcella.
Salvatore Giuliano nel corso del processo Durante ha sempre avuto un atteggiamento strafottente, ha sempre negato di essere stato armato e di aver ucciso Annalisa. Dietro le sbarre della cella della Corte d’Assise assisteva impassibile ai racconti dei testimoni, alle perizie tecniche, alle relazioni dei medici sulle ultime ore di vita di Annalisa Durante.
Si è sempre sentito un regnante, l’unico erede di peso di quella maledetta dinastia che fa di cognome Giuliano. Frequentata l’univesità del carcere e tornato nel suo habitat naturale, nessuno avrebbe scommesso un euro che avrebbe cambiato vita. Geneticamente criminale.
Da uomo libero stava ritentando di alzare la testa, di imporsi, di riorganizzare la ‘casata’ criminale. Basso profilo, indossati i panni del boss ha cominciato a farsi rivedere in quei vicoli di Forcella dove hanno trovato spazio i Sibillo, i Buonerba e soprattutto i Mazzarella.
Una presenza discreta, qualche sgaloppata al rione Sanità per parlare con pregiudicati come segnalarono qualche settimana dopo la scarcerazione le forze dell’ordine nel corso di un controllo e poi piccole apparizioni. Non è mancato il giro tra i commercianti e negozianti del rione.
Solo parole rassicuranti quando vennero messi a segno una serie di furti e danneggiamenti. Un voler spiegare che lui e la sua famiglia non c’entravano nulla. Qualcuno doveva pur immaginare che prima o poi Salvatore Giuliano qualcosa si doveva pur inventare.
Far sentire la sua presenza. Avvicinare qualche cantiere, allungare le mani per imporre il pizzo oppure incassare la percentuale sulla vendita degli stupefacenti nella modalità insegnatagli dallo zio Ciro Giuliano detto ‘O Barone di cui ‘ O Russ era suo fedele guadaspalle.
Ma Salvatore Giuliano in questi mesi di blitz e indagini stava tessendo le sue trame per ricostruire il clan familiare ed esercitare un pur minimo di potere criminale. Spunta anche nella recente ordinanza del clan Sibillo. In una intercettazione telefonica parla e lo fa da capo camorra. Le attività, i movimenti di O ‘Russ, in questi mesi, non sono sfuggiti agli agenti della Squadra Mobile della sezione omicidi e del Commissariato Vicaria Mercato.
Il blitz è scattato ieri sera in vico Pace, storicamente una delle roccaforti dei Giuliano. In manette oltre a ‘O Russ anche suo cugino Cristiano Giuliano, 27 anni, Giuliano Cedola, 32 anni, (fratello del ras della Maddalena Salvatore) e Antonio Morra, 30 anni. Rispondono a vario titolo di estorsione, reato aggravato dalla finalità e dal metodo mafioso.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Salvatore Giuliano si sarebbe rimesso a capo di un gruppo autonomo che dialogava con i Sibillo e che raccoglieva le estorsioni.
I poliziotti hanno accertato che i quattro uomini hanno più volte minacciato le famiglie abusive residenti in vico Pace affinchè gli corrispondessero mensilmente una somma di denaro.
Nelle indagini è finito anche un noto giro di prostituzione forse i Giuliano imponevano la ‘tassa della tranquillità’. Su questo punto sono in corso accertamenti ma pare che il mini clan imponeva il racket anche su altre attività.