Una vendetta da portare avanti a tutti i costi. Un rancore che covava nonostante fossero trascorsi 14 anni. Una guerra per distruggere i Valentini.
Sono stati i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata ad esegire, alle prime ore dell’alba, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli, su richiesta della direzione distrettuale Antimafia.
Nel mirino 19 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo, porto e titolo di associazione armi da sparo. Gli indagati sono tutti appartenenti ai clan camorristici Gionta e Quarto Sistema che si contendono il controllo del territorio di Torre Annunziata.
Il provvedimento è stato emesso in seguito a una articolata attività d’indagine coordinata dalla Dda di Napolie condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, da maggio 2020 a luglio 2021, avviata all’indomani dell’omicidio di Giuseppe Carpentieri ritenuto elemento di spicco del clan e genero del boss detenuto Valentino Gionta, anche lui colpito dal provvedimento.
Valentino Gionta è ritenuto ancora al vertice dell’organizzazione, infatti, avvalendosi della collaborazione dei familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa, lo stesso Carpentieri e l’omonimo nipote Valentino Gionta. A finire in carcere elementi apicali del clan Gionta (detto anche dei Valentini): accertata la capacità di controllo del territorio mediante l’intimidazione mafiosa, l’ opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi.
Ed è proprio nello scontro armato tra i clan che è maturato l’agguato a Carpentieri, avvenuto il 6 maggio 2020, per la cui esecuzione risultano riscontrati da gravi indizi di colpevolezza i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, entrambi allo stato detenuti, ritenuti promotori del neo-costituito clan Quarto sistema con base nel quartiere popolare del Parco Penniniello.
I due erano mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del loro nonno Natale Scarpa, consumato il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da sicari del clan Gionta. Ed è proprio nello scontro armato tra i clan che è maturato l’agguato a Carpentieri, avvenuto il 6 maggio 2020, per la cui esecuzione risultano da gravi indizi di colpevolezza i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, entrambi allo stato detenuti, ritenuti promotori del neo-costituito clan Quarto sistema con base nel quartiere popolare del Parco Penniniello.
I due erano mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del loro nonno Natale Scarpa, consumato il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da sicari del clan Gionta.