Nessuna replica durante la notte alla scossa di terremoto di magnitudo di 3,8 che alle 19 e 45 di ieri ha fatto ripiombare Napoli e la sua ampia area metropolitana nell’incudo del 23 novembre del 1980. Sono trascorsi 43 anni da quel terremto distruttivo che rase al suolo la Campania e la Basilicata ma nella mente di molti quelle scene di terrore assoluto sono ritornate.
È durata una manciata di secondi ma ha seminato subito il panico nella popolazione con persone che sono scappate a gambe levate in strada.
Il sisma sussultorio e ondulatorio con epicentro nella zona degli Astroni in piena area flegrea è stato avvertito nitidamente.
L’onda a circa 1,7 chilometri di profondità si è sprigionata in zona Pisciarelli, nel territorio di Agnano, in un’area non distante dalla Solfatara di Pozzuoli e poi si è amplificata nel suo percorso.
Dai piani terra ai piani alti gli edifici sono stai sollecitati paurosamente. Fortunatamente non si sono registrati danni a cose e persone ma lo spavento è stato davvero tanto.
Molte le chiamate giunte ai vigili del fuoco e ai centralini delle forze dell’ordine. Tecnicamente si è trattato di un nuovo sciame sismico proveniente da un’area che già dal principio dell’estate ha fatto registrare eventi a catena.
L’attività sismica nell’area flegrea è attentamente monitorata e studiata e comparata con ciò che accadde negli anni Ottanta.
A Pozzuli si sono registrati più disagi com un temporaneo blackout di energia elettrica.
Il primo cittadino Luigi Manzoni ha subito riunito un coordinamento in Comune “per seguire l’andamento dello sciame e verificare in tempo reale la situazione”. E invitato alla calma e seguire i canali ufficiali di comunicazione e in stretto contatto con l’Ingv, la Protezione civile, la polizia locale e i vigili del fuoco