Svolta nelle indagini sull’omicidio di Andrea Covelli, il 27enne trovato senza vita il pomeriggio del 1 luglio in un terreno di via Pignatiello. Il corpo era praticamente irriconoscibile, semi bruciato forse per il tentativo di distruggerlo e farlo scomparire. Il giovane non era inquadrato in nessuno dei clan della camorra di Pianura. A pochi giorni dall’uccisione sul social TikTok venne pubblicato da un profilo anonimo un messaggio: “Diamo un ultimatum di una settimana per arrestarli o scateneremo l’inferno contro di loro”.
Alle prime ore dell’alba è scattata da parte degli agenti della squadra mobile di Napoli un’operazione anti camorra dove è stata data esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli, su richiesta dei Pubblici Ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nei confronti di 15 soggetti, di cui 13 destinatari di custodia cautelare in carcere e due degli arresti domiciliari.
Tutti sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, detenzione e porto di armi da fuoco, estorsione, utilizzo illecito di apparati telefonici in stato di detenzione e spaccio di stupefacenti. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli, sono state avviate a seguito del sequestro e dell’ omicidio di Andrea Covelli. Tale episodio si inserisce in un contesto di conflittualità nel quartiere Pianura che per un lungo periodo ha visto contrapposti il gruppo Carillo e l’antitetico clan Esposito/Marsicano, sodalizi che sono stati disarticolati con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi eseguiti il 14 luglio 2022 con l’arresto di 34 persone.
La successiva attività d’indagine, effettuata dal luglio 2022 con attività tecniche, ha consentito di evidenziare una perdurante condotta camorristica del clan Esposito/Marsicano, che è riuscito a rigenerarsi mantenendo costante il controllo armato del territorio a Pianura anche attraverso alleanze con esponenti criminali del vicino quartiere di Soccavo. In particolare, si sono evidenziate numerose estorsioni (alcune delle quali ordite da soggetti in stato di detenzione mediante cellulari illecitamente ottenuti) ai danni di esercizi di quella zona.