È bufera nel Movimento 5 Stelle. L’approvazione del decreto sicurezza bis è l’ennesima prova di fedeltà o meglio il prezzo che i Pentastellati hanno dovuto pagare cash per garantirsi la permanenza sui banchi del Governo e gli stipendi.
Matteo Salvini in meno di un anno ha stritolato i Pentastellati, li ha letteralmente prosciugati come ha fatto in precedenza con Forza Italia. Matteo Salvini è il padrone del governo fa e disfa ciò che gli pare.
Alla fine il Movimento 5 Stelle si è trasformato in Pan di Stelle. Biscotti dati all’occorrenza al vorace Matteo Salvini per calmargli la fame e soddisfare i suoi desideri di potere.
È la conferma che il Movimento 5 Stelle è privo d’identità, i suoi proclami ideologici, l’appellarsi ai valori, le chiacchiere in formato panna montata sono solo bluff.
La gestione di Luigi Di Maio e del suo mediocre cerchio magico appare imbarazzante. Nella storia Repubblicana ma anche europea non si è mai vista una parabola politica così triste: un partito con oltre il 32 per cento di consensi che in una anno folle al governo disperde un patrimonio enorme di esperienze, lotte e battaglie.
Incapacità, improvvisazione, supponenza e più che altro una corsa leaderistica sfrenata dove il capo è al vertice e può dire e fare tutto.
Alla faccia del ‘uno vale uno’. La svampita e confusionaria gestione del potere da parte dei ‘cittadini nelle istituzioni’ ha rivitalizzato, sdoganato, portato nelle stanze dei bottoni la destra più estrema, populista e becera.
Un vuoto di potere pericoloso a cui il Movimento 5 Stelle non è riuscito a controbilanciare pur avendo una maggioranza consistenze in Parlamento.
Un fallimento senza se e senza ma che coinvolge anche altre esperienze di governo dei grillini.
Un disastro-capolavoro che inquieta e sta facendo deflagrare il Movimento 5 Stelle. L’approvazione del decreto sicurezza bis ha nei fatti interrotto il rapporto di fiducia tra un popolo e la sua rappresentanza.
La rivolta corre sul Web e coinvolge i rappresentanti istituzioni pentastellati: sindaci, consiglieri regionali, comunali e municipali d’Italia non ci stanno e con post, tweet e messaggi privati prendono le distanze.
Non ci stanno a passare per collaborazionisti e più che altro a metterci la faccia senza contare nulla.
Arnaldo Capezzuto
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