È un sospiro di sollievo. La procedura d’infrazione da parte della Commissione Ue per ora è stata congelata.
I conti con l’aggiustamento per il rotto della cuffia con relativo micro tagli hanno migliorato la situazione.
C’è un clima più sereno e ne è prova l’assenza di fibrillazioni sui mercati finanziari e la discesa dello spread a 200.
Restano sul tappeto però ancora tanti problemi ovvero trovare 29 miliardi per il 2020.

Il recente assestamento di bilancio, che prevede una riduzione del deficit nel 2019 di 7,6 miliardi, ha scongiurato l’inizio della procedura.
Un segnale positivo perché i conti pubblici nel 2019 resteranno ancorati al deficit del 2,04 percento del Pil, ciò che preoccupa e non poco è il 2020.
Lo sa bene il ministro del Tesoro Giovanni Tria che deve ogni volta camminare sui carboni ardenti e trovare sentieri per attraversare indenne il percorso che i due vicepremier e leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini disseminano di trappole.
Pier Paolo Milanese
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