“Molti ricorderanno un ‘raffinatissimo’ titolo che mi dedicò oltre due anni fa il quotidiano Libero, ‘La patata bollente’, ed un articolo di Feltri condito dai più beceri insulti volgari, sessisti rivolti alla mia persona: nessun diritto di cronaca esercitato ne’ di critica politica… semplicemente parole vomitevoli”.
“Avevo annunciato che avrei querelato il giornale e i suoi responsabili per diffamazione. L’ho fatto e oggi voglio darvi un aggiornamento: mi sono costituita parte civile ed il Gup di Catania ieri, accogliendo la richiesta della procura, ha disposto il rinvio a giudizio per il direttore Vittorio Feltri e per il direttore responsabile Pietro Senaldi. Andranno a processo per rispondere di diffamazione aggravata”.
Lo scrive in un post su Fb il sindaco di Roma Virginia Raggi e il direttore e vicedirettore di Libero ora finiscono nei guai.
Sono molte le scorribande che non hanno a nulla a che fare con il giornalisto e il diritto all’informazione. Ricordate la vicenda dei terroni con l’esposto al Consiglio di disciplina del giornalisti Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi? E l’ultimissima vergogna su Nilde Iotti che da emiliana era brava in cucina e a letto sa farlo bene.
E nel corso della trasmissione ‘DiMartedì’ su La7 condotta da Giovanni Floris, il direttore di Libero Senaldi non solo ha difeso il contenuto dell’articolo ma all’ex ministro del governo Monti, Elsa Fornero ha rsiposto a muso duro.
“Solo in Italia può essere scritta una cosa del genere. Certe cose le dica al bar con dei suoi pari”, ha dichiarato l’ex ministro rivolgendosi al direttore di Libero.
Ora il rinvio a giudizio di Feltri e Sinaldi per quel titolo che nulla aveva a ache fare con l’informazione.