A sopresa circondato dai lupi di Liu Ruowangche davanti Palazzo San Giacomo è apparso anche il protagonista del sit in di solidarietà: Nino Daniele.
L’ex assessore alla Cultura e Turismo di Napoli defenestrato nell’ultimo rimpasto voluto dal sindaco Luigi de Magistris sembra aver risvegliato in città partecipazione, passione e voglia di fare.
A sostituire Daniele è stata chiamata la consigliera Eleonora de Majo e come dire l’esordio è stato a dir poco scoppiettante con la comunità ebraica partenopea che le ha rinfacciato l’appoggio ai palestinesi e le sue parole contro Israele con l’energica controreplica della neo assessora.
A mettere il carico da cento è stata Liliana Segre che ha rifiutato la proposta della stessa De Majo di conferirle la cittadinanza onoraria bollandola come “strumentale”.
E nelle nebbie tumultuose delle polemiche compare in carne ed ossa Nino Daniele che auspica un ritorno alla partecipazione attiva e un coinvolgimento combattivo per il futuro della città.
Dietro l’uscita di Daniele dalla Giunta è venuto fuori un mondo magmatico, silente, appassionato, variegato, inaspettato che pare aver scaricato, si spera di no, l’esperienza autonoma di de Magistris.
Non sono in pochi a intravedere spazi e protagonismi nuovi che potrebbero avviare una nuova stagione politica a Napoli.
Un mettere insieme esperienze, pezzi della politica, arcipelaghi culturali e personalità per costruire un campo largo senza pregiudiziali che punti alla costruzione e promozione di una alternativa politica a Napoli.
C’è chi indica proprio nella figura di Nino Daniele, quella personalità che potrebbe fare da coagulo, accompagnare, avviare una nuova esperienza politica nella veste di candidato a sindaco di Napoli.
Il diretto interessato sornione si dice lusingato e l’idea renderebbe felice qualsiasi persona. E qualcuno perfidamente legge l’allontanamento di Nino Daniele dalla giunta perchè ormai considerato un pericoloso competitor alla guida della città.
Pier Paolo Milanese