A ogni incrocio c’erano auto a bloccare la circolazione. Dietro di lui Lamborghini, Bmw e Porsche. E Pasquale Cristiano, boss del clan ‘167’, costola degli Amato-Pagano a Napoli, girava in una Ferrari decapottabile noleggiata. Ha percorso il centro di Arzano (Napoli) accompagnato da altri veicoli di grossa cilindrata e persone a piedi, tra le quali anche altri pregiudicati, tutti identificati dai carabinieri, creando disagio per la circolazione. Non solo.
Gli affiliati hanno girato video con i cellulari e li hanno postati sui social e sono diventati virali. Il problema era che Cristiano era ai domiciliari e che era libero per poco per un permesso speciale accordatogli per la prima comunione del figlio.
Così i carabinieri della tenenza di Arzano e del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna lo hanno arrestato e portato in carcere proprio perche’ protagonista di un carosello in Ferrari nelle vie del paese, nonostante gli fosse stata rigettata la richiesta per la partecipazione ai festeggiamenti.
Il provvedimento è stato adottato dalla Corte di Appello di Napoli su richiesta della Procura generale, sulla base di un’informativa dei Carabinieri di Arzano che hanno documentato ed evidenziato la condotta di Cristiano, ritenuta “una provocatoria prova di forza finalizzata all’affermazione della sua presenza sul territorio”.
A fondamento dell’ordinanza sono state poste ulteriori passate violazioni di Cristiano alla misura alla quale era sottoposto poiche’, in piu’ di un’occasione, aveva manifestato insofferenza ai controlli di routine delle forze di polizia.
Sulla vicenda è intervento il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto che ha denunciato la vicenda: “L’arresto di Pasquale Cristiano è la risposta dello Stato a quella che è stata una vera e propria provocatoria ‘prova di forza’, finalizzata all’affermazione della sua presenza sul territorio di Arzano. Un grazie per la tempestiva azione dei carabinieri e della magistratura”.