È il vincitore assoluto. È seduto sullo suo scranno di Palazzo Madama. Scruta con sguardo attento ciò che accade. Sul volto compaiono i segni di una evidente tensione e stanchezza.
Matteo Salvini sa di giocarsi molto nel corso del voto definitivo del decreto sicurezza bis.
Il capo del Carroccio sapeva ed era cosciente di giocarsi parte o tutto il suo futuro politico, la sua leadership, il suo progetto istituzionale.
Un voto difficile che ha suscitato tensioni, rivolte e ammutinamenti tra le fila del Movimento 5 Stelle e segna un punto di non ritorno nei rpporti interni alla formazione di Luigi Di Maio.
L’approvazione della nuova legge aveva un risultato non scontato e che poteva trasformarsi in una trappola politica e condurre alla deflagrazione della stessa maggioranza penta-leghista.
Un azzardo, un rischio che andava corso e Salvini ha deciso di giocarsi le sue carte.
L’annuncio giunge da parte del ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, “il governo pone la fiducia”.
Chi immaginava un sussulto, una alzata di scudi, un ripensamento dei 5 Stelle si è sbagliato di grosso.
Il governo alla fine supera la prova del decreto sicurezza bis: con 160 sì, il provvedimento targato Salvini diventa legge.
La pattuglia di senatori M5S dissidenti all’ultimo si assottiglia: in cinque escono dall’Aula del Senato, gli altri votano per non far cadere l’esecutivo.
Danno una mano anche Fdi che si astiene e Fi che è in Aula ma non partecipa al voto.
Il volto di Matteo Salvini si rasserena. Questa legge gli permetterà di imporre il suo marchio di fabbrica sulle politiche della migrazione.
Non ci saranno più cavilli e codicilli che si metteranno di traverso. Finiscono i tentennamenti e le ambiguità.
In Italia i migranti saranno accolti e soccorsi se lo deciderà e l’autorizzerà il Capo del Viminale.
Anche protestare, manifestare e bloccare luoghi pubblici diventerà un reato chiaro e che non ammetterà vie di fuga giudiziarie.
Il tabellone luminoso non appena segna i numeri in rosso Salvini sorride e sbotta “oggi bado ai fatti”.
Il leader leghista, ringrazia “Grazie Italiani e la Beata Vergine Maria”, ma chi crede che a caldo deponga le armi, si sbaglia di grosso.
Pochi istanti e carica a testa bassa nuovamente i Pentastellati adesso sul terreno della Tav e della mozione M5s in programma domani per il no all’alta velocità.
“Non si ammettono forse”, annuncia “il M5s con il suo no sfiducerà il premier Giuseppe Conte” e poi aggiunge “Sono stanco di no e insulti”.
Matteo Salvini rivolge l’ennesimo messaggio bellicoso al Movimento 5 Stelle che ora e non dopo dovrà con i fatti schierarsi altrimenti il capo del Carroccio ha già deciso : “Stacco la spina”.
Pier Paolo Milanese