Quel leader piccolo piccolo in fuga dalla realtà: distrugge il M5S e poi auspica che venga rifondato

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Non c’è che dire il giovane Luigi Di Maio è un ottimo attore. Forse della sua breve ma intensa carriera politica a capo del Movimento 5 Stelle ciò che più gli è riuscito è quello di saper stare bene davanti alle telecamere e ospite dei tanto odiati talk show per il resto è una lunga serie di fallimenti e svarioni.

A tre giorni dall’appuntamento elettorale dove il Movimento 5 Stelle ha presentato una propria lista e candidati sia in Emilia Romagna che in Calabria e destinato – secondo molti osservatori – a una sconfitta umiliante, Di Maio getta la spugna.

Dimissioni irrevocabili, le annuncia dal palco al Tempio di Adriano in occasione della presentazione dei facilitatori regionali.

Il giovane monarca del Movimento 5 Stelle dopo aver distrutto la creatura fondata da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, umiliato la partecipazione, bloccato la democrazia orizzontale interna, fatto implodere i meetup, tolto l’entusiasmo, imposto le sue truppe sui territori e nelle istituzioni, e costruito attorno a se un cerchio magico di fedelissimi tanto da mandare a quel paese l’uno vale uno adesso, gioca a fare la vittima.

Nella sostanza recita la parte dell’offeso e si scaglia contro coloro i quali all’interno del Movimento l’hanno osteggiato per propri tornaconti personali.

La parte più bella e inquietante del discorso è un gesto studiato a tavolino ed a favore di telecamere : lo sfilarsi la cravatta, insomma, dismettere i panni del capo. “Ho portato la cravatta per rispetto delle istituzioni, ora mi dimetto da leader dei 5 Stelle e la posso togliere”.

Insomma, Di Maio alla Farnesina e in Parlamento praticamente non indosserà la cravatta perchè – secondo il giovane politico – le istituzioni sono meno importanti del Movimento 5 Stelle.

La confusione è tanta ed anche i pensieri dell’ex leader sono abbastanza confusionari. L’ascesa ed i fallimenti di Luigi Di Maio, senza considerare le inadeguatezze da ministro saranno oggetto di studi nelle Facoltà di Scienze politiche e di Psicologia.

La politica ha bisogno di studio, maturità, approfondimento e gavetta altro che la generica bestemmia : i cittadini nelle istituzioni. Si, tanti cittadini nelle istituzioni ma preparati, consapevoli, studiosi, con esperienza e tanta, tanta umiltà. Di Maio scappa per non sentirsi responsabile di due nuove e probabili sconfitte elettorali. Tanto è vero che lo stesso garante Beppe Grillo ha esclamato di fronte alla notizia : “Perchè proprio ora ?”

Altro che durare 5 anni alla guida dei Pentastellati, il giovane politico di Pomigliano d’Arco ha collezionato una serie impressionanti di sconfitte, clamorosi cambi di linea, improvvisazioni, incoerenze, ha prosciugato gli spazi di democrazia interna, umiliato attivismo, protagonismo e creato un clima di sospetto e terrore con l’intimidazione e l’emarginazione politica di chi non si allineava all’ordine del capo.

Ora addirittura con la nota incoerenza pronuncia parole a discolpa e accusa: “Basta pugnalate” per poi annunciare : “È ora di rifondare”.

Come se ad aver distrutto tutto fosse stata una entità marziana, un extraterrestre venuto da qualche lontana costellazione.

È il solito Di Maio che prima annuncia contro il presidente Sergio Mattarella l’impeachment così da guadagnare pagine e pagine sui giornali e superare in visibilità l’ex alleato e amico Matteo Salvini per poi fare marcia indietro e dire che il Capo dello Stato è un punto di riferminto per la nostra Repubblica. Occorre uno psichiatra.

Arnaldo Capezzuto

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