Bracciante arso vivo. Scatta la protesta: “Governo responsabile”
È morto un bracciante, ucciso dalle fiamme della miseria a Borgo Mezzanone (Foggia).
Fino alle 18 è rimasto senza un nome e un cognome poi dai resti della baracca andata i fumo è emerso un foglio bruciacchiato. Era il suo permeso di soggiorno ormai inutilizzabile per gli efetti della nuova legislazione.
![](https://www.ladomenicasettimanale.it/wp-content/uploads/2020/06/permesso_soggiorno.jpg)
“Si chiamava Mohammed Ben Ali, lavoratore instancabile ed altruista, era una delle vittime dei decreti (in)sicurezza tutt’ora in vigore e uno dei tanti braccianti esclusi da questa finta regolarizzazione”.
Denuncia Aboubakar Soumahoro, attivista e sindacalista dei lavoratori agricoli dell’Usb.
“Questo documento, ritrovato tra le fiamme dell’incendio, attesta la sua esistenza divenuta invisibile. È stato invisibile da vivo, non lo deve diventare da morto”.
“Il Governo, incurante e indifferente al nostro dolore – spiega – ha deciso di non affrontare i padroni della filiera agricola”.
“I giganti del cibo, che sacrificano la nostra vita per profitto – continua e annuncia – abbiamo convocato un’assemblea dei lavoratori oggi a Borgo Mezzanone, perché non possiamo accettare che si muoia così”.