Bracciante arso vivo. Scatta la protesta: “Governo responsabile”
È morto un bracciante, ucciso dalle fiamme della miseria a Borgo Mezzanone (Foggia).
Fino alle 18 è rimasto senza un nome e un cognome poi dai resti della baracca andata i fumo è emerso un foglio bruciacchiato. Era il suo permeso di soggiorno ormai inutilizzabile per gli efetti della nuova legislazione.
“Si chiamava Mohammed Ben Ali, lavoratore instancabile ed altruista, era una delle vittime dei decreti (in)sicurezza tutt’ora in vigore e uno dei tanti braccianti esclusi da questa finta regolarizzazione”.
Denuncia Aboubakar Soumahoro, attivista e sindacalista dei lavoratori agricoli dell’Usb.
“Questo documento, ritrovato tra le fiamme dell’incendio, attesta la sua esistenza divenuta invisibile. È stato invisibile da vivo, non lo deve diventare da morto”.
“Il Governo, incurante e indifferente al nostro dolore – spiega – ha deciso di non affrontare i padroni della filiera agricola”.
“I giganti del cibo, che sacrificano la nostra vita per profitto – continua e annuncia – abbiamo convocato un’assemblea dei lavoratori oggi a Borgo Mezzanone, perché non possiamo accettare che si muoia così”.