Nel corso di un incontro, Whirlpool ha confermato ai sindacati la chiusura di Napoli.
Ad annunciarlo Fim, Fiom e Uilm, che parlano di un’azione “ancora più odiosa e ingiustificabile alla luce del quadro generale di miglioramento del mercato degli elettrodomestici, ragion per cui chiedono la ripresa della produzione cessata a ottobre”.
Inoltre esortano “a non utilizzare la cassa Covid-19 in quegli stabilimenti in cui l’incremento dei volumi è tale da portare ad una potenziale saturazione; non è difatti tollerabile un utilizzo mirato degli ammortizzatori sociali ne’ a discapito dei lavoratori con ridotte capacita lavorative, per cui si chiede la costituzione di postazioni idonee, nè per gli impiegati degli staff, per cui si chiede la ricollocazione interna”.
Sempre in tema di cassa integrazione, Fim, Fiom e Uilm hanno rinnovato “la richiesta di pagamento di tutti i ratei, compresi quelli del premio di risultato, e di una integrazione al reddito per tutti coloro che sono posti in cassa a zero ore”.
Infine, continua la nota, sono state poste due questioni specifiche: la necessità di superare immediatamente l’attuale regime di riduzione di orario in atto a Siena; la necessità di arrivare alla piena occupazione nel magazzino di Carinaro e di avere chiarimenti sulle intenzioni di Seri, che a mezzo stampa si è detta di recente interessata alla rioccupazione dei lavoratori di Napoli.
“Dinanzi all’atteggiamento di chiusura aziendale e alla imperdonabile indifferenza del Governo, la vertenza prosegue per scongiurare la minaccia dei licenziamenti a Napoli, la non rioccupazione di parte dei dipendenti di Carinaro, nonche’ per assicurare un futuro di stabilita’ occupazionale in tutti gli stabilimenti del gruppo. Sono in corso assemblee in tutti gli stabilimenti e venerdi’ 9 alle 10.30 si terra’ una assemblea aperta in piazza del Plebiscito”, conclude la nota.