“Il consorzio nell’incontro di oggi ci ha illustrato il piano industriale, ma ci ha anche detto che ha difficoltà ad acquisire il sito di via Adige. Purtroppo il governo oggi non era presente con i ministeri. È un tempo indefinito, sull’esistenza o meno della disponibilità del sito di Napoli come del resto per la Naspi, la disoccupazione per i lavoratori per noi inaccettabile”.
Così Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom Cgil sul tavolo al Mise sulla vertenza Whirlpool.
“Per questa ragione siamo al ministero, ci passeremo la notte e aspetteremo che domani si svolga l ‘incontro che abbiamo costretto il governo a convocare tra Whirlpool e il consorzio per definire l’acquisizione di uno stabilimento e da lì ripartiranno le trattative. Ma noi da qua non ci muoviamo senza un risultato”, conclude.
“Nell’incontro è emerso che, nonostante le ripetute promesse, il Governo non garantirà la continuità occupazionale ai lavoratori ex Whirlpool di Napoli, i quali quindi in futuro dovrebbero essere richiamati dalle imprese del costituendo consorzio non prima di essere collocati in naspi. Purtroppo ciò accade proprio oggi che sono stati per la prima volta ufficializzare i nomi di alcuni imprenditori interessati al progetto di reindustrializzazione del sito”.
Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Antonello Accurso, segretario della Uilm Campania.
“Più in particolare – spiegano Ficco e Accurso – ci è stato detto che a portare avanti il piano di rilancio in questa fase è il Consorzio Campania Sistema, di cui fanno parte 54 aziende con Adler come capofila; tuttavia in seguito dovrà essere costituito un nuovo consorzio, specifica con i soggetti impegnati nel piano di reindustrializzazione e con la stessa Invitalia, su richiesta sindacale”.
“Ci è stato anche detto che alcune imprese dovrebbero essere pronte entro il 15 dicembre, ma le più grandi potrebbero avere bisogno di tempi più lunghi. Inoltre siamo stati informati di una criticità nel negoziato fra il Consorzio e Whirpool relativamente alle condizioni di trasferimento del sito di Napoli dovuta a problematiche edilizie e urbanistiche. Ma, in ogni caso, il costituendo consorzio chiamerebbe i lavoratori dalla naspi, senza quella garanzia di continuità occupazionale che più volte era stata promessa ai lavoratori”.
“Il problema è che in questo modo non abbiamo alcuna garanzia sui tempi e sui modi del reimpiego. Soprattutto noi chiediamo un percorso che offra l’opportunità di lavorare a tutti i trecento lavoratori ex Whirlpool, senza il rischio che qualcuno possa rimanere e fuori”.