La rivalità con il cartello malavitoso De Micco-De Martino ha determinato, di fatto, lecondizioni che hanno consentito al Nucleo Investigativo dei carabinieri di Napoli di decapitare e disarticolare il clan De Luca Bossa.
Il blitz è scattato nel cuore della notte dove i militari dell’Arma eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda, nei confronti di sei indagati, di cui tre già in carcere, ritenuti tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di detenzione illegale di armi ed esplosivi, detenzione di stupefacenti e ricettazione, fatti tutti aggravati dalla finalità di agevolare le attività del clan De Luca Bossa, operante nel quartiere Ponticelli e rientrante nella sfera di influenza dell’Alleanza di Secondigliano.
I tre destinatari delle misure cautelari che erano ancora in libertà – Annamaria Amitrano, Ciro Flauto e Lorenzo Valenzano – rappresentavano ormai gli ultimi referenti dei vertici, ormai tutti in carcere.
Gli altri tre destinatari delle misure cautelari sono Luca Concilio, Alessandro Ferlotti e Lorenzo Valenzano a cui vengono contestati, in concorso ea vario tuitolo, i reati di detenzione illegale di armi ed esplosivi, detenzione di stupefacenti e ricettazione, fatti tutti aggravati dalla finalità di agevolare il clan del quartiere partenopeo Ponticelli.
Christian Marfella è il figlio di Giuseppe Marfella (boss della mala del quartiee Pianura di Napoli ) e di Teresa De Luca Bossa, quindi fratellastro di Antonio De Luca Bossa, soprannominato “Tonino ‘o sicco”, elemento di vertice dell’omonimo clan ed ex killer del clan Sarno. Annamaria Amitrano (soprannominata “bambola di pezza”) è la sorella di Domenico Amitrano: a lei hanno incendiato l’auto lo scorso 18 dicembre.
Qualche giorno prima, invece, è stata data alle fiamme alla Jeep della nipote omonima di Annamaria, figlia di Domenico. In particlare L’indagine, condotta sull’operatività del clan De Luca Bossa e sulla sua contrapposizione armata con il clan De Micco – De Martino, ha consentito di identificare mandante ed esecutori materiali dell’attentato dinamitardo del 23 luglio del’anno scorso a Ponticelli, contro il clan De Micco-De Martino.
In pratica fu piazzato un ordigno all’interno di un veicolo che causò un’esplosione, ciò provocò il danneggiamento delle vetrate di diverse abitazioni e il danneggiamento di tre auto parcheggiate.
Inoltre, è stato possibile ricondurre al sodalizio la disponibilità di armi e dello stupefacente che venne sequestra il 9 agosto 2022, sempre a Ponticelli.